Il sindacato in piazza per il lavoro e lo sviluppo in una Sicilia senza governo. I due pesi del PD, Marino a casa Crocetta salvo

La mobilitazione di oggi a Siracusa
La mobilitazione di oggi a Siracusa

SIRACUSA – Il sindacato siciliano questa mattina è tornato ad occupare le piazze per gridare la disperazione delle famiglie siciliane e per chiedere lavoro e sviluppo, in un’isola senza governo, dopo l’ennesimo azzeramento della giunta deciso dal governatore Crocetta (siamo al governo-quater), in viaggio in Tunisia mentre i lavoratori forestali presidiavano l’Ars che, raschiando il barile è riuscita a reperire qualche milione per pagare qualche arretrato.

Una irresponsabilità che non ha più limite, lasciare l’isola in balia delle onde ormai sempre più alte: dal lavoro che non c’è, ai forestali, ai precari, ai Comuni senza soldi.

Un governo regionale inesistente tenuto ancora in vita artificialmente da un PD capace però di estromettere dal Campidoglio il sindaco di Roma, Ignazio Marino, voluto dai cittadini e non dalla politica delle bottegucce. “Marino e Crocetta o governano o vanno a casa”, aveva detto il segretario nazionale del Partito Democratico e presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi. Così non è stato.

Come sempre in una Italia che viaggia a due velocità, anche il maggior partito di governo applica la regola dei “due pesi e due misure”, lasciando incancrenire i problemi di una Sicilia che il recente documento dello Svimez ha relegato ancora una volta in fondo alla classifica per la crescita e lo sviluppo.

E questa mattina in Largo XXV Luglio, davanti al Tempio di Apollo, il grido è stato: «Siamo tutti forestali».

Una frase simbolo quella che si è alzata a Siracusa in occasione della mobilitazione generale di Cgil, Cisl, e Uil, per rilanciare la vertenza lavoro, la voglia di sviluppo e di legalità, il dramma di intere categorie di lavoratori abbandonati da una politica litigiosa e lontana dai problemi reali.

Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, ha chiuso così il suo intervento davanti alle circa tremila persone che si sono riversate ad Ortigia.

«Per il momento non c’è né legalità, né sviluppo, né lavoro – ha detto Barone nel corso della manifestazione  –. La politica è impegnata nella divisione delle poltrone e in questo sta crescendo la corruzione e il malaffare. È ora di dire basta, bisogna cambiare. I siciliani non possono più aspettare le promesse ma devono avere risposte concrete subito. Non ci interessa il toto assessori, vogliamo che si trovino risposte ai drammi che la gente sta vivendo».

A Siracusa, ancora una volt, si sono concentrate le emergenze di un territorio che paga la crisi e raccoglie la disperazione di moltissimi lavoratori.

«Qui tantissime potenzialità, ma preoccupazioni continue – ha aggiunto il segretario della Uil siciliana –. È di oggi la notizia che riguarda la cessione di parte di Versalis. Notizie che non possono lasciarci tranquilli; sarebbe un ulteriore smacco ad un’area industriale da sempre sostegno economico di questa provincia».

Sanzaro, Zappulla, Munafò
Sanzaro, Zappulla, Munafò

Da Paolo Sanzaro e Paolo Zappulla, rispettivamente segretari generali di Cisl e Cgil (presente anche Stefano Munafò della Uil), il messaggio forte alla politica e al governo regionale.

«Crocetta faccia capire se è in grado di fare le riforme e governare la Sicilia – hanno sottolineato i due esponenti sindacali –. Se non ne è in grado, vada via. Questa è una piazza disperata ma non rassegnata. La formazione, i forestali, gli edili, i metalmeccanici, i precari, i dipendenti delle ex Province, attendono risposte perché la crisi non può essere aggravata dall’immobilismo di certa politica».

Una provincia disperata, con oltre il 60% di disoccupazione giovanile, e quasi il 40% di quella generale. Una disperazione che unisce nella speranza, in una patto generazionale, giovani e pensionati.

«Non ci rassegniamo all’idea che questo pezzo di paese, la nostra terra, sia destinato ad un inesorabile declino – hanno aggiunto Sanzaro e Zappulla  –. La piazza unitaria è la dimostrazione che i cittadini, i lavoratori, vogliono essere ancora protagonisti della propria storia e del proprio futuro. Per questo sono qui a lottare insieme».

Il sindacato siracusano, come ha già fatto in questi ultimi anni, anche questa mattina da Largo XXV Luglio, prova a rilanciare  i temi delle infrastrutture, della necessità di aprire i cantieri e completare la Siracusa-Gela e la Catania-Ragusa, così come i collegamenti ferroviari con l’aeroporto di Fontanarossa e con il porto di Augusta, ma soprattutto, prova a rimarcare la necessità di salvare la zona industriale, «che va salvaguardata, bonificata e adeguata», e mettere al centro dell’agenda e delle scelte della politica dell’isola,  settori trainanti dell’economia di questo territorio: il  turismo e l’agroalimentare.

 

 

Please follow and like us:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

RSS
Follow by Email
Linkedln
Share