“La Sicilia può diventare capitale della pesca nel Mediterraneo”, lo afferma l’assessore regionale Cracolici

Nel riquadro l'assessore Cracolici
Nel riquadro l’assessore Cracolici

PALERMO – «La Sicilia  può diventare  la capitale del mediterraneo e la pesca uno dei cardini economici dell’Isola.   Terra e Mare sono le risorse naturali più estese che dispone la Sicilia che la fanno essere la prima regione per superficie coltivata e il più esteso perimetro di costa del Paese. La nostra sfida è dare alle risorse del prossimo settennio Feamp e Psr il compito di essere finalizzate a creare una grande esposizione della nostra regione valorizzando prodotto e territorio in un progetto “Sicilia in Vetrina”».

Lo ha detto l’assessore  regionale alla Pesca, Antonello Cracolici,  a margine della sessione dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo che si è tenuta oggi nella Sala Gialla dell’Assemblea Regionale Siciliana.

«Troppo spesso in questa Regioneha aggiunto Cracolicile risorse provenienti dall’Europa e dallo Stato sono state vissute come un bancomat a cui attingere che risorse da finalizzare ad un progetto di crescita e innovazione.  Sono stati spesi tanti soldi, ma è mancato un sistema efficiente in grado di analizzare e programmare il reale impatto sociale ed economico  che questa spesa ha lasciato. Il settore della pesca siciliana ha perso tanto in questi anni in termini di occupazione e natanti ma restiamo e rappresentiamo comunque oltre il 30% della marineria italiana e siamo la prima regione per l’incidenza della pesca artigianale. Malgrado ciò il 70% del pesce consumato in Sicilia lo importiamo.

Abbiamo 74 tonnare fisse in Sicilia e nessuna  di esse attiva – sottolinea l’assessore -. Posso dire che a partire dalla prossima primavera faremo ripartire Favignana come tonnara turistica. E grazie ad un emendamento approvato a Strasburgo sarà possibile rivedere la distribuzione  delle quote tonno che oggi penalizzano la Sicilia.

L’osservatorio sulla pesca è una grande opportunità per la regione per mettere assieme tutti gli attori della filiera della pesca ricerca, imprese, università, comunità scientifica, pescatori e imprese della trasformazione . Solo mettendo insieme la filiera della conoscenza e degli interessi in campo potremo rendere efficiente la filiera della decisione per aiutare il sistema regionale a compiere scelte politiche consapevoli e non come spesso avviene, effimere ed estemporanee. Anche capace di abbattere il muro di lentezze burocratiche ed inefficienze che mette il piombo alle ali del nostro sviluppo.  

Per questo – conclude l’assessore Cracolici – ritengo che l’Osservatorio della pesca debba supportare direttamente l’azione amministrativa regionale. Esiste una Sicilia delle qualità e delle eccellenze, ma abbiamo un difetto: spesso guardiamo troppo all’ “io” invece di scommettere sul “noi”. Questa impostazione va ribaltata».

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