Trivellazioni, c’è l’attenzione della IV Commissione Ambiente dell’ARS dopo l’audizione di AnciSicilia e ambientalisti

assemblea_regionalePalermo – Ci sarebbe la massima attenzione e disponibilità di tutte le componenti della IV Commissione Ambiente dell’Ars, alla questione aperta dall’art. 38 della legge n. 164 dell’11 novembre scorso, la cosiddetta “Sblocca Italia”, che consente una procedura amministrativa eccessivamente  semplificata per le società che chiedono l’autorizzazione ad avviare le prospezioni petrolifere anche nel territorio siciliano con i conseguenti rischi per l’ecosistema dei mari e delle coste.

Un’attenzione che potrebbe portare ad un ordine del giorno da sottoporre al voto dell’Assemblea Regionale, e quindi ad un impegno per il Governo siciliano. Questa la sintesi dell’audizione di stamane da parte della IV Commissione Ambiente dell’Assemblea Regionale Siciliana, di AnciSicilia, l’associazione dei Comuni siciliani, di Greenpeace e delle altre associazioni, Legambiente e Wwf,  che con i Comitati spontanei di cittadini “NoTriv”, si battono per scongiurare le trivellazioni petrolifere nel mare siciliano, in particolare nel Canale di Sicilia.

Da parte sua l’AnciSicilia, che coordina il Comitato dei Comuni, e con le tre associazioni ambientaliste ha già presentato ricorso al Tar sullo “Sblocca Italia”, stamane ha  ribadito la propria posizione chiedendo che la Regione impugni, per incostituzionalità, il provvedimento del Governo nazionale, come hanno sottolineato il presidente Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, e il vice presidente Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni.

«Analisi  presentate da  multinazionali come la Schlumberger, non evidenziano  adeguatamente  come lo sviluppo di prospezioni petrolifere nella zona dello Stretto di Sicilia possa rappresentare  una gravissima minaccia alla biodiversità e alle attività economiche siciliane legate al mare quali il turismo e la pesca – ha dichiarato Leoluca Orlando – e autorizzare le trivellazioni vuol dire compromettere la vita dei nostri mari e le prospettive di sviluppo per il nostro territorio. Abbiamo già espresso ampiamente quale è la nostra posizione e intendiamo continuare  nella difesa delle coste della nostra Isola proseguendo in questa battaglia contro le trivelle e procederemo anche per le vie legali, anche con appositi esposti e diffide».

«Prendiamo atto – aggiunge il vice presidente Paolo Amenta – che c’è la volontà di tutte le componenti istituzionali regionali di intervenire per scongiurare questa grave minaccia ambientale. Riteniamo che l’art. 38 del cosiddetto “Sbocca Italia” sia stato votato al buio  a causa della  forzatura prodotta dal voto di fiducia e per questo abbiamo chiesto in Commissione che l’Ars, utilizzando le proprie prerogative,  proponga in maniera formale al Parlamento nazionale un disegno di legge che possa consentire una più ampia discussione e porti all’abrogazione di tale previsione. La specialità del nostro Statuto attribuisce alla Regione competenza esclusiva in materia  ambientale e paesaggistica nel nostro territorio e pertanto siamo in presenza di un sopruso che non può passare inosservato – continua Amenta -. Purtroppo, ancora oggi, si assiste a una eccessiva superficialità nelle approvazioni  di VIA (Valutazione Impatto Ambientale) e VAS (Valutazione Ambientale Strategica) che è accompagnata all’assenza di una strategia rispetto alla pianificazione dello sviluppo del territorio e dell’utilizzo delle risorse comunitarie. Quello che chiediamo alla politica regionale – conclude il vice presidente Amenta – è una adesione al modello di sviluppo sostenibile che i territori si sono dati per il futuro di questa terra. Comunque, non è detto che dalla Sicilia non possa partire l’iniziativa di un Referendum abrogativo grazie alla deliberazione di 5 Regioni».

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