
LENTINI – Anche un albero dedicato al simbolo della lotta alla mafia, Paolo Borsellino, a Lentini, può dare fastidio. Fa paura!
Per il suo significato di presa di coscienza, di determinazione contro la criminalità mafiosa che vorrebbe piegare la dignità di questa terra.
L’albero, come scrive e fa vedere Emanuele Gentile in un articolo pubblicato su “Girodivite”, si trova all’ingresso di Villa Gorgia, nel cuore della città che vide un giovane Giovanni Falcone, all’inizio della sua carriera di magistrato, assegnato alla locale Pretura.
Appena qualche giorno addietro, il 19 luglio, 24° anniversario della strage di via D’Amelio, dove trovarono la morte il giudice Borsellino e gli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, l’albero era pieno di fiori e di nastrini tricolori.
Oggi, come si vede nella foto che pubblichiamo, si presenta così, spoglio, vandalizzato. Qualcuno avrà forse pensato di cancellare la memoria di quel ricordo e di quel significato.
Difficilmente ci riuscirà perché quella memoria e quella consapevolezza di non piegarsi alla piovra, non sta tanto in un simbolo che il vento o mani ignobili potrebbero portare via, ma sta nel cuore dei tanti cittadini perbene. Dei tanti, soprattutto giovani, che ogni giorno a testa alta costruiscono legalità, giustizia e democrazia.
E allora, magari il nuovo sindaco Saverio Bosco e la sua Amministrazione, che quella strada e quell’albero conoscono bene, potrebbero renderlo riconoscibile ai molti che frequentano Villa Gorgia, apponendovi una targa, e se anche questa darà fastidio, un’altra ancora.
Perché la legalità non può piegarsi all’omertà, al silenzio e alla viltà mafiosa.