Deceduto il giovane siracusano caduto da un’impalcatura a Malta, chiesto espianto degli organi. Interviene il sindacato

Martino Orvieto
Martino Orvieto

SIRACUSA – E’ deceduto Martino Orvieto, il giovane 29enne siracusano caduto nei giorni scorsi da una impalcatura mentre eseguiva dei lavori in un negozio di sport a Birkirkara, a Malta, dove si trovava da tempo.  

Il giovane, sottoposto ad un delicato intervento chirurgico ad un polmone perforato,  si trovava ricoverato in coma e in prognosi riservata per aver tra l’altro battuto violentemente la testa al suolo.

I genitori hanno chiesto ai medici l’espianto degli organi affinchè altre persone possa stare meglio. Cordoglio a Siracusa e non solo per una giovane vita immolata sull’altare del lavoro e della sicurezza. Duro il commento delle forze sindacali.

«Alla federazione unitaria non basta più il semplice cordoglio. Occorre fare azioni molto più incisive della sola ora di sciopero. Per questo, a Siracusa, pensiamo di convocare una assemblea generale per poter far passare nei cantieri l’idea che la sicurezza non possa essere oggetto di contenimento di costi ed inoltre bisogna trovare una formula, negli appalti, che preveda una cifra proporzionale e non negoziabile adibita alla sicurezza e che in caso di omissione comporti l’immediata rimozione della impresa non in regola».

Questa la reazione delle segreterie di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil alla notizia della morte del giovane operaio siracusano a Malta. La vicinanza alla famiglia è stata manifestata dai segretari generali delle tre federazioni degli edili, Severina Corallo, Paolo Gallo e Salvo Carnevale, che hanno rilanciato con forza il tema della sicurezza nei cantieri.

«In questo mese di sensibilizzazione contro le morti bianche – hanno aggiunto i tre segretari – continuiamo, purtroppo, a contare vittime nei cantieri. Il prossimo 7 novembre ci sarà uno sciopero nazionale che ci vedrà in prima linea. Intendiamo alzare quell’asticella che non può più essere affidata all’ora di sciopero in segno di lutto e di protesta. Siamo anche pronti a recarci in procura ogni qual volta vi siano rischi concreti sulla sicurezza; invitiamo anche i lavoratori e i cittadini a segnalarci le omissioni. Trasformiamo la nostra indignazione in azione concreta! Lo faremo con un’assemblea generale che serva a far comprendere, cantiere per cantiere, che la sicurezza non può essere sacrificata sull’altare dei costi e dei risparmi. I dati Inail indicano una incredibile inversione di tendenza, calano gli occupati ma aumentano gli infortuni. Prima il sistema funzionava male, adesso si è rotto. C’è qualcosa da rivedere anche nella formula degli appalti».

 

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