Non c’è pace nella terra della Pace, questa mattina scossa di magnitudo 6.5 tra Preci e Norcia, la più violenta dal 1980

La cattedrale di San Bebedetto a Norcia
La cattedrale di San Bebedetto a Norcia

NORCIANon c’è pace nella terra della Pace. La terra ha continuato a tremare questa mattina alle 7.40 tra l’Umbria e le Marche, con epicentro localizzato tra Preci, Castelluccio e Norcia, una scossa di magnitudo 6.5, ad una profondità di 10 chilometri, la più violenta degli ultimi 36 anni (nel 1976 in Friuli fu di magnitudo 6.4), da quei terribili giorni del 1980 in Irpinia dove i morti furono quasi tre mila, quasi 9 mila i feriti e oltre 280 mila gli sfollati.

Un’immagine apocalittica per chi, allora giovane volontario, era in quell’inverno del meridione d’Italia oltre trent’anni fa. Immagini che non potranno mai essere cancellate dalla nostra memoria e dal nostro vissuto.

Questa mattina nella terra di San Benedetto e di San Francesco, così martoriata e ferita, per fortuna nessuna vita umana è andata perduta, il dolore in questo senso non si è aggiunto al dolore degli oltre trecento morti della Valle del Tronto di agosto, di Amatrice, di Accumoli, Pescara del Tronto, Arquata del Tronto, e gli altri centri colpiti, oggi ulteriormente straziati.

Ancora una volta, questa mattina, è andata perduta la serenità di tante famiglie, assieme alle loro case, ad una vita di lavoro e di fatica, alle attività produttive, ad un vasto e ricco patrimonio storico-artistico difficilmente ricostruibile, che rappresenta l’identità di questa terra e dell’intero Paese. La sua memoria e la sua economia.

Opere come la cattedrale di San Benedetto e la cattedrale di Santa Maria argentea a Norcia, si sono sbriciolate: cancellate.

La macchina dei soccorsi si è fatta trovare pronta, con Protezione Civile e Vigili del Fuoco instancabili da un centro all’altro, da una campagna all’altra,  assieme alle Forze dell’ordine, alle Forze armate, e ai tanti volontari che già da agosto sono impegnati nel Centro Italia.

La priorità, come giustamente va ripetendo il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, sono le persone, dare loro assistenza, considerando che i numeri indicano in quasi 100 mila gli sfollati, tra questi anche i tanti che, com’è comprensibile, hanno paura a rientrare nelle loro abitazioni.

Foto aerea di Amatrice
Foto aerea di Amatrice

Un compito delicato ed impegnativo, che la macchina dei soccorsi sta svolgendo in modo egregio.

Poi si penserà a tutto il resto, come hanno sottolineato e garantito il capo dello Stato, Sergio Mattarella, e il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

«Dobbiamo assolutamente difendere ed assicurare la ricostruzione del territorioha detto Mattarella – . I cittadini devono avere garantito il diritto di poter vivere con tranquillità nelle proprie case. Lo Stato deve essere loro vicino perchè vengano superate queste difficoltà».

«Domani riuniremo il Consiglio dei ministriha fatto sapere il premier Renzi -, coinvolgendo nelle decisioni i sindaci, i presidenti delle Regioni, il commissario straordinario Vasco Errani e il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, per condividere le decisioni. Le risorse non si sprecano ma non c’è un problema di risorse. Quello che servirà siamo impegnati a metterlo in campo. Le popolazioni del territorio devono sapere che abbiamo bisogno di prendere un impegno chiaro: tutto sarà ricostruito in tempi certi. Ciò che serve lo prendiamo e se serve di più l’Europa non lesinerà nella ricostruzione dei luoghi che sono l’anima del nostro paese e se l’anima è inquieta anche il resto del paese sta male».

Già, un’anima inquieta in questo momento quella del nostro Paese, che come sempre sa stringersi attorno a chi ha più bisogno. Nessuno faccia sciacallaggio sul terremoto, «non si scherza su queste cose», ha voluto ricordare ancora Renzi che non ha mancato di chiamare tutte le forze politiche all’appello, perchè insieme si è comunità.

«Faccio appello alle forze politicheha infatti concluso l’intervento di oggi Matteo Renzia evitare polemiche e divisioni».

E le forze politiche, mettendo da parte i pro o i contro al governo, ad iniziare dal M5S, come ha ribadito Beppe Grillo, si sono messe a disposizione per aiutare questa parte di Paese che in questo momento ha bisogno di tutti.

Parole di conforto sono arrivate da papa Francesco.

«Esprimo  la mia vicinanza alle popolazioni dell’Italia Centrale colpite dal terremoto – ha detto oggi all’Angelus papa Francesco -. Anche questa mattina c’è stata una forte scossa. Prego per i feriti e per le famiglie che hanno subito maggiori danni, come pure per il personale impegnato nei soccorsi e nell’assistenza. Il Signore Risorto dia loro forza e la Madonna li custodisca».

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