SIRACUSA – Si acuisce lo scontro tra il primo cittadino di Siracusa, Giancarlo Garozzo, e i magistrati della Procura aretusea che da un anno a questa parte hanno aperto una serie di inchieste, anche a seguito delle denunce della consigliera del Pd, Simona Princiotta, che coinvolgerebbero l’attività amministrativa della sua giunta al Vermexio, con decine di indagati tra consiglieri comunali, dirigenti e funzionari del Comune, e rappresentanti di imprese e associazioni cittadine.
A “provocare” un nuovo intervento di Garozzo, che ritiene la sua persona e l’attività della sua amministrazione al centro di un “disegno” persecutorio, per screditarlo, attraverso i media, davanti ai cittadini e all’Italia intera (vedi i continui servizi dei media nazionali), è stato il nuovo avviso di conclusione delle indagini (leggi) notificato a lui e all’ingegnere capo del Comune, Natale Borgione, dalla Procura, ancora i sostituti Giancarlo Longo e Marco Di Mauro, con l’accusa di turbativa d’asta in concorso relativamente all’affidamento del servizio idrico integrato agli spagnoli della Depuration de Aqua Mediterraneo.
E il sindaco di Siracusa così spiega questo “fuoco concentrico” sul suo operato.
«Il 31 ottobre 2016 tengo una conferenza stampa durante la quale esprimo delle riserve sull’operato dei pubblici ministeri Longo e Di Mauro – afferma Giancarlo Garozzo -. Solo due settimane dopo i p.m. Longo e Di Mauro sottoscrivono un avviso di conclusione delle indagini preliminari per un fatto del 20 giugno 2014. È un fatto.
Sono molte le domande e molti i soggetti ai quali chiederò le risposte.
Perché sono indagato? Per un’ordinanza firmata il 20 giugno 2014. Perché la sera tra il 19 e il 20 giugno 2014, allorché furono riconsegnati ai Comuni gli impianti della rete idrica dal commissario dell’Ato Idrico, 11 Comuni tra cui quello di Siracusa, tutti i sindaci, compresa la commissione prefettizia di Augusta che all’epoca gestiva l’ente megarese, procedettero emettendo un’ordinanza di natura contingibile e urgente per assicurare la gestione del servizio idrico pubblico. Il potere di ordinanza del sindaco in situazioni di emergenza non è mai stato messo in discussione da nessun giudice e l’Anac si è espressa esplicitamente sulla legittimità e la correttezza della mia ordinanza. Eppure, risulto indagato.
Mi rifiuto di pensare – sottolinea il primo cittadino – che il disegno seguito sia che il sindaco di Siracusa debba comunque essere indagato. In questi giorni si aggirano in città giornalisti e intrattenitori televisivi che si appostano sotto casa per svolgere servizi scandalistici. Serve dare in pasto a servizi scandalistici il sindaco indagato. La vera domanda è: a chi serve?
Cosa è accaduto dal mese di agosto 2016 al mese di novembre? Sino al mese di agosto 2016 (risulta dagli atti del procedimento) le indagini mi vedono coinvolto in un solo fatto (l’ordinanza) e in una sola ipotesi di reato, pochi mesi dopo vengo ritenuto responsabile sempre e solo sulla base di un solo atto, invero l’ordinanza, di decine di fatti presunti penalmente rilevanti. Come sono stati portati a conoscenza della stampa gli atti di questo procedimento che mi risultano secretati? Com’è possibile che una notizia notificata solo a me e al dirigente sia stata comunicata ai giornalisti?
Perché i due p.m. – aggiunge ancora Garozzo alle tante domande – insistono con la loro azione nonostante negli atti del procedimento esistono provvedimenti del Gip che ritengono giuridicamente non condivisibili l’ipotesi dei due p.m. e del loro consulente. Perché insistono con l’ipotesi secondo la quale il servizio idrico doveva essere gestito direttamente dal Comune nonostante l’Anac si sia pronunciata sul punto confermando appieno l’operato dell’amministrazione? Ribadisco ancora una volta che la mia ordinanza, quella per la quale risulto indagato, è stata ritenuta legittima dall’Anac. E questo è un fatto.
Lo dico senza alcun timore e non è una provocazione – conclude Giancarlo Garozzo -. Vivo a questo punto lo status giuridico di indagato come un merito. Ritengo sia evidente la strategia che sottende allo stillicidio di notizie e all’interesse dimostrato da testate scandalistiche. Tutte le figure interessate da questa preordinata fuga di notizie giocano un ruolo sincronizzato e finalizzato, tutto ciò è un disegno criminale al quale mi opporrò con tutte le mie forze e mi tutelerò in tutte le sedi opportune. Sembra di vivere il secondo episodio di una storia già vissuta ove dietro interpreti parzialmente diversi si celano gli stessi interessi, ed è ancora più incredibile che questo accada alla luce di quanto già successo e dinanzi alla richiesta di normalità che la città chiedeva».