Chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco e l’ingnere capo del Comune di Siracusa sull’appalto del Servizio idrico integrato

Giancarlo Garozzo

SIRACUSA – La Procura della Repubblica aretusea, come pubblicato oggi dal quotidiano La Sicilia, avrebbe chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, e per l’ingegnere capo del Comune, Natale Borgione, in merito all’inchiesta avviato lo scorso novembre sull’appalto del servizio idrico integrato.

Secondo le indagini avviate dalla Guardia di Finanza, coordinate dal procuratore aggiunto Fabio Scavone, e dirette dai sostituti Giancarlo Longo e Marco Di Mauro, nei confronti del primo cittadino e del dirigente comunale si ipotizzerebbe il reato di turbativa d’asta in concorso, relativamente all’affidamento del servizio idrico integrato agli spagnoli della Depuration de Aqua Mediterraneo.

I due indagati, in pratica, sarebbero accusati di aver procurato un ingiusto vantaggio alla società Depuration de Agua Mediterraneo, che lo ricordiamo si è aggiudicata l’appalto (leggi), anche nel Comune di Solarino,  dopo il fallimento e l’uscita di scena di Sai8.

La società spagnola, nel 2014 aveva partecipato alla gara (16 milioni e mezzo l’anno), aggiudicandosela con un ribasso dello 0,5333, in raggruppamento temporaneo con due imprese romane-siracusane, Onda e Ligeam, con quest’ultima che dopo qualche mese aveva rinunziato, tanto che il suo certificato antimafia non era arrivato a Palazzo Vermexio (leggi).

La loro era stata l’unica offerta pervenuta, considerato che le altre due concorrenti, Severn Trent Italia e Acquereggine, avevano fatto un passo indietro.

 

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