Ventisette anni, tanta la distanza da quel 19 luglio 1992, quando a Palermo, alle ore 16:58, una carica di tritolo caricata su una Fiat 126 posteggiata in via D’Amelio, davanti alla casa della madre del giudice Paolo Borsellino, così come 57 giorni prima era successo a Capaci lungo l’autostrada tra Punta Risi e il capoluogo siciliano, faceva strage di innocenti.
Su quel fronte di una città martoriata venivano uccisi, dilaniati, Paolo Borsellino e gli agenti Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano e Walter Eddie Cosina.
Il replay di una scena già vista quasi due mesi addietro, con l’aggravante di essere in presenza di una azione di guerra compiuta in pieno centro abitato, che poteva avere un bilancio ancora molto più pesante di quello che la “cupola” politico-mafiosa-affaristica aveva senza scrupoli programmato e messo in atto.
Due azioni belliche, Capaci e via D’Amelio, contro chi in quel momento rappresentava la legalità, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e i tanti eroi caduti per difenderla e promuoverla.
Ventisette anni trascorsi senza fare “giustizia”, così come di tante altre azioni e di spargimenti di sangue innocente, in una Italia che dal dopo guerra ad oggi ha tristemente fortificato la sua strategia dei “misteri”.
Ventisette anni di una verità che non riesce a vedere luce, contrariamente alle enunciazioni e agli impegni di tanti, in particolare di una classe politica e dirigente che non riesce a vedere ad un palmo dal proprio naso, lasciando così che nel buio, alla fine, “nessuno disturba il o i manovratori”.
C’è bisogno di verità !!!
Non bastano più le parole per costruire il futuro ma fare luce ed illuminare la strada dell’avvenire di questo Paese.
Verità per le stragi mafiose, per quelle dello Stato deviato, per i tanti misteri, di qualsiasi colore essi siano, anche recenti, come nel caso della morte di Giulio Regeni.
Senza verità, senza giustizia, senza la consapevolezza e la garanzia del rispetto dei principi costituzionali, il “buio” continuerà a segnare la strada di questo nostro travagliato Paese.
E nel buio, si sa “tutte le vacche sono nere”.