SIRACUSA – Si “infiamma”, com’era prevedibile, dopo le pesanti dichiarazioni di Elio Di Lorenzo, a nome del Comitato spontaneo degli ex lavoratori Sogeas, rimasti senza lavoro dopo il fallimento di Sai8 (che come si ricorderà era inizialmente composta dalla milanese Saccecav e dalla siracusana Sogeas, quest’ultima anch’essa fallita), con le quali sottolineava come il sindacato confederale, Cgil – Cisl – Uil, non avesse alcun titolo per trattare su qualifiche, organizzazione del lavoro aziendale e livelli retributivi e quant’altro in quanto di esclusiva pertinenza della rappresentanza aziendale, ovvero il Comitato dei lavoratori.
Un problema non secondario, in vista delle assunzioni degli 85 lavoratori ex Sai8 (i primi ad entrare a quanto pare dovrebbero essere i 76 ex Sogeas e ad aprile i restanti 9 ex Sai8), che il nuovo gestore del servizio idrico integrato nei Comuni di Siracusa e Solarino, ovvero la Siam, dovrà fare già da marzo per avviare l’attività.
Le dichiarazioni di Di Lorenzo, che è anche consigliere comunale a Siracusa, non sono piaciute al segretario provinciale della Uil siracusana, Stefano Munafò, che ribatte.
«Non è vero che l’unico soggetto a trattare il problema dei lavoratori è solo il Comitato spontaneo come afferma Di Lorenzo – dichiara Stefano Munafò – perché a trattare devono essere tutti i soggetti che hanno firmato gli accordi precedenti e soprattutto le amministrazioni comunali che hanno il dovere di prendere in mano questa situazione».
Per Munafò le garanzie devono essere offerte a tutti i lavoratoti ex Sai8, allo stato attuale “soffocati” da una situazione che non sembra trovare soluzione di continuità.
«Ma di tutti i lavoratori – aggiunge infatti Munafò – e non solo gli ex Sogeas. A noi interessano tutti e 153 lavoratori coinvolti, non esistono operai di serie A e di serie B. Quindi se c’è un problema occupazionale i sindacati devono essere presenti, più dei gruppi spontanei che nascono all’improvviso e vengono rappresentati da soggetti politici che chiaramente strumentalizzano le questioni».