
SIRACUSA – “La mafia è una montagna di merda, distrugge la bellezza e nega la dignità umana”. È quello che pensava Peppino Impastato, di cui oggi ricorre il 37° anniversario dell’uccisione, avvenuta nello stesso giorno del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, quando aveva appena trent’anni, il 9 maggio del 1978 a Cinisi, la sua città, fatto a pezzi con il tritolo sulla linea ferrata Palermo-Trapani per ordine del clan di Badalamenti e Palazzolo.
Quella montagna di merda, Peppino la combatteva tutti i giorni non con le armi che producono morte, lutti e angoscia, ma con la bellezza della vita, con le parole, con l’arte, con la poesia, con l’informazione e con la satira.
Le sue parole dai microfoni di Radio Aut, o i suoi scritti, erano e continuano ad essere, ancora oggi, attraverso i tanti che ne hanno ereditato il vasto patrimonio culturale e ideale, macigni nei confronti del malaffare e di questo male che ha sempre puntato ad impadronirsi del futuro e dei sogni di generazioni di siciliani, spesso in combutta con un potere politico, finanziario, e a volte anche giudiziario, corrotto.
In tanti anni, questo freddo e insensibile buco nero dell’arricchimento facile sulla pelle del prossimo, dei poveri cristi, di chi si alza la mattina e produce per questo paese, non si è accontentato di rubare la dignità, il futuro, i sogni, ma ha voluto anche le vite di tanti uomini e donne che non si sono piegati e l’hanno combattuto.
Il loro sangue ha però generato nuovi germogli e nuove piante, forti e rigogliose, e che come Peppino Impastato, con la bellezza, con la parola, con l’arte, con la poesia, l’istruzione, la politica onesta, l’informazione libera, sfornano nuovi frutti, liberando il futuro e ridando dignità.
Tante le iniziative che oggi ricordano l’uccisione di Peppino.

Il Comune di Siracusa in questa giornata ha intitolato una strada a Peppino Impastato, la prima traversa a destra dopo il civico 16 di via Piazza Armerina.
Alla cerimonia erano presenti il sindaco Giancarlo Garozzo, il presidente dell’Associazione culturale “I Cento Passi”, Lorella Rossitto, che lo scorso anno aveva presentato la richiesta corredata da una raccolta firme, e ancora, il giornalista Antonio Mazzeo, Mimmo Cosentino, per il coordinamento antimafia di Catania e Ignazio Cutrò, testimone di giustizia.
Questa sera, invece, alle 20,30 nella sede dell’Arci di Siracusa in Piazza Santa Lucia, Peppino verrà ricordato, insieme alle tante “voci del coraggio”, con una performance teatrale.