Americani non siamo, ma ci piace “americanizzare” i nostri comportamenti.
Ora, per “americanata”, nel linguaggio comune, si intende un avvenimento che ha dell’assurdo o che nasconde delle esagerazioni che vanno oltre le aspettative della realtà.
Quindi, gli americani posseggono il copyright delle “cose”, l’originale, noi nel tentativo di imitarli produciamo “americanate”.
Non esiste altro modo per definire le ultime esternazioni di Angelino Alfano, numero due di Matteo Renzi, già numero due di Enrico Letta.
Premesso che, dallo strappo con l’ex Cavaliere, quel figlio di Angelino non è più lo stesso. Prima gli mancava solo il “quid”, adesso ha smarrito la bussola, soprattutto da quando ha ricevuto la “tegolata” per via Poste Italiane.
Bene, colui che insieme al suo gruppo si è accomodato nelle poltrone più ambite d’Italia, mantenendo in vita gli ultimi due governi di Sinistra a guida Partito Democratico, ha un sogno nel cassetto: “Dare rappresentanza a milioni di moderati italiani che non si riconoscono nella sinistra ma non possono accettare l’estrema destra di Salvini”.
No.
Purtroppo, non si tratta di un americanata, magari è semplicemente “la logica del non senso”… e dell’accomodamento.
Se Angelino Alfano fosse vissuto nell’orbita degli Andreotti, dei De Mita e dei Cossiga, al massimo poteva contendere il ruolo di portaborse a qualche suo collega contemporaneo.
Ora, in coincidenza con la realizzazione della sua megalomane fissazione, quella di formare l’ennesimo nuovo centro, alternativo a destra e sinistra, chiaramente fallimentare in partenza, arriva questa tegola, che scopre tutte le “fruste”.
Lui, Angelino, è convinto che si tratti semplicemente degli scarti di un’inchiesta che fungono da lancette per l’orologio della macchina giudiziaria.
Ora, sarà vero anche questo, anzi rappresenta il pane quotidiano del Fatto e di tutti i giustizialisti della prima ora. Però, la difesa di Alfano suona come una melodia già ascoltata e un po’ stonata.
In sostanza, si legge sul Fatto online che il padre manda curriculum per assunzioni alle Poste, il fratello viene assunto alle Poste e Angelino rimane “francobollato” alla poltrona.
Tutta una storia di raccomandate…
Però, nulla di nuovo.
L’elemento essenziale, quello che dovrebbe interessarci, è l’inadeguatezza di Angelino nell’espletare le sue funzioni da politico, sufficiente per rimandarlo indietro, ad Agrigento, lui e la raccomandata.
Anche qui, il buon Angelino ha una risposta prioritaria. A comandare è il popolo, il quale gli consegna ad ogni tornata elettorale una quantità impressionante di “croci” sulle schede elettorali, al punto da innalzarlo a croce nostra.
Vero è. Ma è proprio in questa verità assoluta dove casca l’asino, anzi per essere siciliani, come lui, “u sceccu”.
A prescindere dalla vicenda legata al ministro Angelino Alfano, che si erge solo a mo’ di esempio, questa storia delle raccomandate e delle prioritarie porta con se una serie di riflessioni che non riguardano esclusivamente la politica, ma l’intera società.
I curriculum consegnati, la raccomandazione per ottenere un posto pubblico o in generale l’utilizzo della politica per fini personali è una prassi consolidata del sistema italiano, si tratta di una trattativa, di uno scambio, di un dare ed avere, di un tu dai una cosa a me e poi io ne do una a te.
Bene, qui pare che il problema sia circoscritto esclusivamente nella sostituzione dei politici con quelli nuovi, dotati di super poteri e con le stelle brillanti, lasciando immutato il contesto circostante.
La palazzina sta crollando, mica cambiare gli inquilini del terzo piano la rende automaticamente agibile.
L’antipolitica ed il populismo non ci aiutano, al contrario, il problema è culturale e riguarda tutti, nessuno escluso, personale politico compreso.
PALERMO – Così come aveva richiesto nei giorni scorsi l’Ufficio di presidenza di AnciSicilia, l’associazione dei Comuni siciliani, sull’emergenza finanziaria che sta colpendo i Comuni e le ex Province, a causa degli ulteriori tagli ai trasferimenti da parte della Regione e dello Stato, questo pomeriggio alle 18:45, nelle sale dell’ex Noviziato dei Crociferi di palermo, è previsto l’incontro con il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Leggi tutto “Incontro in serata a Palermo di AnciSicilia col ministro Alfano sulla situazione finanziaria dei Comuni e la tenuta sociale”
CANICATTINI – I Comuni siciliani senza più interlocutori istituzionali alla Regione, dove in questi giorni e in questi mesi hanno incontrato tutti i livelli della politica e dell’apparato amministrativo, chiedono ad alta voce, tramite l’AnciSicilia, un incontro con il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per rappresentare, ulteriormente, lo stato di forte disagio, ad un passo dall’implosione sociale, che si sta registrando in tutti i 390 Comuni siciliani. Leggi tutto “I Comuni siciliani ad un passo dall’implosione sociale si rivolgono ad Alfano sulla difficile situazione finanziaria”