Ventisette anni, tanta la distanza da quel 19 luglio 1992, quando a Palermo, alle ore 16:58, una carica di tritolo caricata su una Fiat 126 posteggiata in via D’Amelio, davanti alla casa della madre del giudice Paolo Borsellino, così come 57 giorni prima era successo a Capaci lungo l’autostrada tra Punta Risi e il capoluogo siciliano, faceva strage di innocenti.
Su quel fronte di una città martoriata venivano uccisi, dilaniati, Paolo Borsellino e gli agenti Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano e Walter Eddie Cosina.
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