Il 21 gennaio 1921 a Livorno nasceva il PCI, il più grande Partito Comunista d’occidente
21 gennaio 1921 – 21 gennaio 2021
Nasceva 100 anni fa a Livorno ad opera della componente comunista del Partito Socialista guidata da Bordiga, Gramsci e Terracini, il Partito Comunista d’Italia, divenuto poi nel 1943 PCI, il più grande Partito Comunista d’occidente.
Una storia gloriosa, di ideali, impegno e passione, per il riscatto dei più deboli e delle masse lavoratrici, in prima linea contro il nazifascismo, la conquista dei diritti, la giustizia, la difesa delle libertà e della Costituzione italiana che contribuì a scrivere.
La caduta del muro di Berlino e le scelte di alcuni ne cambiarono la storia futura, disperdendone il prezioso e ricco bagaglio politico e culturale, recidendo radici uniche impregnate di coraggio, lotta e valori democratici, che nessuno potrà cancellare dal cuore di chi quella storia ha incrociato e quel percorso ha vissuto.
La complicata e patetica dialettica interna al Partito Democratico offre su un piatto d’argento al Fatto Quotidiano la possibilità di rinnovare il racconto della favoletta sulla deriva autoritaria di Matteo Renzi.
La notizia è questa Anpi diserta la Festa dell’Unità di Bologna: “Vietato parlare del no ai nostri banchetti”.
Nella Festa e nel del PD la parola d’ordine è “SI”, quella scaturita da noiosi ed interminabili riunioni del nulla nella direzione del partito.
Però, il punto è un altro.
La partigiana combattente Lidia Menapace, una di quelle vere, ha lanciato un avvertimento «il tempo in cui il PCI era una chiesa cui le persone obbedivano anche quando non erano d’accordo è finito».
Se non ho capito male, ai tempi di Enrico Berlinguer c’era la deriva autoritaria, quindi se Matteo Renzi volesse fare l’Enrico Berlinguer, per lui, è proprio finita.
A Bologna rinasce il Partito Comunista, con tanto di bandiera rossa, falce e martello.
Lo so, si può ironizzare sui soliti comunisti nostalgici…
La storica bandiera del Partito Comunista Italiano
Ma potrebbe esserci dell’altro.
Il ritorno della sigla storica PCI, a prescindere da come la si pensi, è un iniziativa da “salutare” con estremo interesse, nella misura in cui coinciderà con un “abbraccio” alla “politica vera”, quella delle idee, delle proposte, della riflessione, non quella sul “sesso dei… capi”.
Il passato ci ha “regalato” molti “leader veri”, di sostanza e non di apparenza, del confronto e non del selfie. Il “leader vero”, della “politica vera”, è quello che ricerca costantemente il consenso e non i voti.
Oggi tutto lo spazio della politica è saturo, occupato dal gossip. Non è pensabile, che il capo di un partito esprima concetti, ragionamenti, riflessioni non in linea con la propria base di riferimento.
I “capi di oggi” solo soltanto portavoci della propria base di elettori. Tutta la loro attività politica si concentra esclusivamente nella ricerca dell’applauso, e la conseguente croce sulla scheda, mai nella direzione della riflessione e del confronto.
Quindi, la pessima politica è determinata dall’assenza di “leader veri”, i quali essendo espressione della società, nell’attimo in cui, quest’ultima latita, non ci sono.
Noi, popolo sovrano, non siamo capaci di guardare oltre il nostro interesse personale, come sempre.
La politica, quella vera, nasce proprio dall’esigenza di frenare questo individualismo innato, istintivo dell’uomo. Siamo stati così bravi da trasportare il nostro cinismo nella politica, e quindi spostare lo scontro di interessi esistente nella società, nelle istituzioni, nella vita pubblica.
A queste condizioni è impossibile mutare lo stato delle cose, ci aiuta la rinascita di aggregazioni, come il PCI, dove si discute, ci si confronta sulle idee.
Personalmente credo che la forma “partito”, per la gestione degli intessi della società, sia obsoleta, ma almeno è qualcosa ed era tanto nel passato.
L’alternativa, che ci meritiamo, sono le discussioni su Gigi Buffon dalla parte del premier, Sabrina Ferilli che vota Virginia Raggi, Alba Parietti schierata per il no al referendum, i selfie di Matteo Renzi e le decisioni della Casaleggio Associati.