Anche i “nomi e cognomi” diventano strumento di lotta politica

La scena della sparatoria di Sesto San Giovanni dove è stato ucciso il terrorista Anis Amri autore dell’attentato di Berlino

Ecco, l’Italia è il paese delle solite polemiche inutili che, nell’intenzione di chi le sollecita, hanno come unico obbiettivo quello di raccattare voti.

La faccenda di per se è assai delicata, meriterebbe attenzione seria, ed investe l’intero mondo dei media ed in particolare internet.

Qui, si vuole soltanto far emergere l’aspetto politico della questione (che poi, di politico non ha nulla).

Il fatto. Due giovani poliziotti si sono resi artefici, nell’esercizio delle loro funzioni, di un gesto eroico, l’uccisione dell’attentatore di Berlino.

La notizia, come tutte le notizie di cronaca, in pochi secondi ha fatto il giro del mondo con una descrizione dettagliata dei due poliziotti.

Ovviamente, anche la politica si è interessata della questione, le più alte sfere istituzionali si sono pubblicamente congratulate con i due ragazzi.

A quel punto, non sapendo fare altro, sempre alla ricerca di come occupare il tempo, è scoppiata una polemica tutta italiana. Le solite cose della politica, al punto che si chiedono le dimissioni del ministro dell’Interno, Marco Minniti, colpevole di  aver fatto nomi e cognomi.

Bene, se il ministro non si fosse congratulato con i due ragazzi sarebbe stato comunque oggetto di critiche, altrettanto feroci, e invitato a dimettersi… “non ha fatto i nomi”.

I nomi dopo qualche secondo dagli accadimenti erano già di dominio pubblico, con tanto di foto, per cui la polemica così impostata è solo pretestuosa.

Gli esempi dell’inutile polemica all’italiana sono tanti, infiniti, una continua e spasmodica ricerca di elementi con cui mettere in “cattiva luce” i “nemici”. Questo è l’unico “lavoro” del politico, supportato dall’onnipresente Popolo Sovrano.

Quoto, nel caso specifico, il ministro Minniti e soprattutto i due poliziotti.

Mi onoro di essere concittadino di uno dei poliziotti. Orgoglioso.

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