Al “baffetto, ex leader Massimo”, tirato per i capelli nell’agone politico da Repubblica, per quei retroscena su Matteo Renzi, non è parso vero questo inaspettato, quanto desiderato, ritorno da protagonista al centro del dibattito politico.
Giorni interi durante i quali si è sforzato con i suoi più stretti collaboratori nel tentativo di smentire quelle “intercettazioni ambientali rubate”, che fa? Ospite dall’ormai epurato Massimo Giannini, non solo conferma, ma rilancia.
Ottimo stratega, superlativo giocatore di poker politico.
Di tutte le esternazioni la pennellata dell’artista si è materializzata non già quando ribadisce il no alle riforme, quanto nel sublime e perentorio passaggio successivo “sono peggio di quelle di Berlusconi”.
Copiata.
Copiata da Marco Travaglio, che a sua volta ha ripreso le affermazioni dell’ex Tsipras italiano, Maurizio Landini. Fra di loro una miriade di politici, commentatori e cittadini hanno utilizzato la stessa frase per dire che, Silvio era un “asino”, ma Matteo è “nu sceccu“.
La prima “cosa” che si e fatta spazio nella mia mente è stata, “ma se così tante persone importanti sono convinte di questo, vuol dire che è vero”, poi lentamente si è impossessato dei miei pensieri quel detto popolare “si stava meglio quando si stava peggio”.
A quel punto credevo di aver esaurito le impressioni su quella frase, invece no.
Senza togliere nulla alla mediocrità di Matteo Renzi, “ma non è che”… i landini, i d’alema, i travaglio, i professoroni del no e tutti quelli del pensiero unico, quando c’era il berlusca erano posizionati bene, mentre oggi, “contano” quanto il due di coppe mentre la briscola è a denari?
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