“Piacere Salvatore”, un brano per dire con ironia “NO” al racket del pizzo

salvatoretagliailpizzo_Catania – “Piacere Salvatore” è il titolo del brano del cantautore catanese Paolo Antonio che racconta, con ironia, le vicende di un giovane imprenditore siciliano che, puntualmente pochi giorni dopo l’inaugurazione della sua nuova attività, si ritrova a fare i conti con i mafiosi che gli chiedono il pizzo.

Mi proposero una strana assicurazione – dice una delle strofe del brano – contro gli incendi, contro le rapine: mille euro al mese per avere protezione. Forse sono troppo onesto e un po’ fuori contesto ma io li denunciai per stare a posto con me stesso, a posto con lo Stato e i suoi comandamenti.

La canzone è orecchiabile e riesce a parlare con esilarante ilarità di un argomento serio e delicato, quello del racket mafioso, che rappresenta ancora uno dei metodi estortivi delle organizzazioni malavitose che logora una economia che già vive di stenti.

Nelle radio siciliane, e non solo, la canzone di Paolo Antonio è già un tormentone.

Il successo si deve sicuramente al contrasto fra il testo impegnato e la musica festosa ma anche, e non di meno, all’inatteso dinamismo esuberante del videoclip (visibile su youtube https://www.youtube.com/watch?v=Io_CQlhupko&feature=youtu.be) nel quale tutti i personaggi, da Salvatore al mafioso, dall’impiegato dell’agenzia delle entrate al carabiniere-barbiere che taglia il pizzo con rasoio e schiuma così come il pizzetto, sono, contemporaneamente, interpretati dal giovane cantautore.

«Il brano vuole incoraggiare le vittime di estorsione a denunciare – spiega l’autore -. Ho voluto apposta sdrammatizzare, per far arrivare il messaggio che oggi denunciare è possibile ed è la prima cosa da fare. Se allontaniamo la paura, possiamo fermare la mafia».

E non è un progetto fine a se stesso: è servito a lanciare la campagna “Salvatore taglia il pizzo”.

Inoltre, tutti i proventi delle vendite del brano “Piacere Salvatore”, acquistabile da iTunes e da Google Play a soli 99 centesimi, saranno interamente devoluti all’associazione antiracket Addiopizzo e serviranno, quindi, a combattere concretamente il racket mafioso.

Tagliamo il pizzo anche noi!

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