Catania si rigenera ripartendo dalle periferie con il “Dono” dei ragazzi di Librino

Un momento della piantumazione

Catania – Per un’intera giornata il capoluogo etneo è diventato capitale del Dono, tante le iniziative promosse dall’Istituto italiano della Donazione e Fondazione Ebbene con il patrocinio del Comune di Catania.

Dopo Milano, e in attesa della tappa romana del 4 ottobre Giornata nazionale del Dono, Catania è stata protagonista del “3° Giro dell’Italia che dona” e con esso i giovani e le periferie.

Zappette alla mano 20 bambini di Librino hanno piantato e donato alla loro città un nuovo spazio verde rigenerando un’aiuola del centralissimo Parco Falcone. Uno spazio dedicato alle famiglie che rinasce grazie ad un percorso di rigenerazione urbana iniziato la scorsa primavera con “Trasforma la Tua terra”,  progetto nato per contrastare, anche a Librino, ogni forma di mafia e che partendo dal polo educativo Villa Fazio si è concluso oggi nel centro della città in occasione delle settimane del Dono.

Una storia semplice, bambini che donano il loro tempo e il prodotto del loro lavoro ad altri bambini e alla loro città, mettendo insieme fratellanza, voglia di futuro e amore per la propria città, insomma Dono.

«La Fondazione Ebbene – afferma il presidente Edoardo Barbarossa – ha voluto questa giornata perché essa stessa nasce da un progetto di Dono dei cittadini verso la comunità, é frutto di un’azione culturale e di responsabilità sociale per il contrasto ad ogni forma di disuguaglianza, illegalità e povertà. Nell’iniziativa di oggi i giovani sono protagonisti di un passaggio di consegne, sono cittadini che possono, insieme all’amministrazione rendere più bella la città e questa è, d’altronde, la scommessa che da sempre caratterizza le  nostra Fondazione».

«Abbiamo accolto con grande orgoglio questa iniziativa  – ha dichiarato il sindaco di Catania Salvo Pogliese durante la cerimonia – e il grande messaggio educativo che è stato trasmesso ai giovani in un contesto temporale molto delicato in cui prevale l’individualismo, e dove far percepire l’importanza di donare se stessi per la propria città e per la propria comunità rappresenta un messaggio pedagogico di grande valenza».

Un momento della cerimonia

E alla cerimonia di consegna è stato presente anche Edoardo Patriarca, presidente dell’Istituto italiano della Donazione, che «ha voluto fortemente questa tappa al Sud perché il dono é bellezza, é accoglienza e generosità e appartiene a tutta l’Italia e non sono alla parte più ricca e questo nostro paese per ripartire ha bisogno di tutto ciò che il sud può donare». 

Tutta la giornata è stata caratterizzata dall’attenzione verso i giovani sin dalla mattina quando il segretario generale dell’Istituto italiano della Donazione, Cinzia di Stasio, ha incontrato insieme all’assessore alla Pubblica Istruzione, Attività e Beni Culturali, Pari Opportunità e Grandi Eventi del Comune di Catania, Barbara Mirabella, e a Edoardo Barbarossa, 300 studenti che per un’intera mattinata si sono interrogati sul significato del dono stimolati dai racconti di 5 testimonia d’eccezione: Orazio Arancio,  rugbista nazionale, Maurizio Gibilaro,  coordinatore di  Telethon Catania, Luca Luparelli, medico prelevatore dell’Associazione Donatori Volontari Sangue San Marco, e  Katy Chiarenza, dell’associazione Comunitá Papa Giovanni XXIII.

Ad ospitare il dibattito ci ha pensato  l’Istituto Comprensivo “Sauro – Giovanni XXIII”, scuola aperta alla città e alle esperienze di dono e partecipazione sociale, come ha affermato, in apertura, la dirigente Francesca Condorelli.

La periferia che arricchiste la città, così Catania ha interpretato la giornata dedicata al Dono in attesa del 4 ottobre.

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