Gli scafisti gettano in acqua le fiale di insulina e sul barcone di migranti diretto ad Augusta muore una bambina di 10 anni

migranti_sbarcoSIRACUSA – Tanti sbarchi, tante tragedie, tante storie, e dietro ogni storia persone che per comodità e sinteticità, non conoscendo i loro nomi, definiamo “migranti”.

E ogni volta che le navi che li soccorrono toccano i porti siciliani, i racconti e le storie di ognuna di queste persone, di interi nuclei familiari, dei tanti che non sono mai approdati, diventano sempre più drammatiche, ci commuovono e il più delle volte ci indignano per la miseria, per le violenze, per le umiliazioni alle quali sono sottoposte, senza alcuna distinzione di età, di sesso, di disabilità.

L’ultima storia drammatica, angosciante, che rafforza quanto già risaputo sul business e sull’insensibilità umana da parte di gente senza scrupoli che specula e si arricchisce sulla pelle e sulle paure di migliaia di esseri umani, arriva da Augusta e racconta la morte di bambina siriana di 10 anni, diabetica, lungo la traversata del Canale di Sicilia, perché gli scafisti-aguzzini le hanno gettato in mare le fiale di insulina che la tenevano in vita.

A raccontare tutto alla Polizia, due giorni dopo lo sbarco di 320 migranti nel porto commerciale megarese, è stato il padre, un siriano di 48 anni, una laurea in economia, in fuga dalla guerra con la famiglia, sognando di arrivare in Germania.

L’uomo ha raccontato tra le lacrime di essere partito dopo una settimana di attesa da un porto in Egitto a bordo di una carretta zeppa di persone e con scafisti egiziani. Durante la traversata gli scafisti hanno gettato in mare quanto più bagagli possibili, tra questi anche lo zainetto strappato dalle mani di sua figlia di 10 anni che conteneva le fiale di insulina necessarie a tenerla in via. Nulla ha potuto a questa violenza.

Sta di fatto che la bambina durante il viaggio è andata in coma diabetico morendo tra le sue braccia.

Orrore ad orrore, dolore a dolore. L’uomo ha dovuto abbandonare il corpo della bambina in acqua, in quel  Mediterraneo diventato ormai custode di migliaia di corpi.

Ad Augusta e Siracusa, dove la Procura ha aperto un’inchiesta, le indagini avviate dagli agenti del Gruppo interforze di contrasto all’immigrazione clandestina subito dopo lo sbarco, hanno portato all’individuazione dei presunti scafisti egiziani.

Per loro però l’accusa è solo di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e non di omicidio, altri potrebbero essere i responsabili di quel vile gesto che ha portato alla morte una bambina di 10 anni.

 

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