FRANCOFONTE – Un vero e proprio allarme “sicurezza” quello lanciato a Francofonte dal locale Meetup del “Movimento 5 Stelle”.
A darne l’occasione è la preoccupante recrudescenza di furti, rapine, scippi e atti di vandalismo, che in questi ultimi mesi si registrano nella cittadina agrumicola del siracusano, così come d’altra parte un po’ dovunque in provincia ed in Sicilia, a causa dell’accentuarsi del problema sociale legato ad una crisi sempre più pesante, ad una disoccupazione giovanile che viaggia su percentuali spaventose che vanno oltre il 60% e quella generale che rasenta il 35%.
“Da mesi serpeggia un certo allarme e non poca preoccupazione tra tanti cittadini – scrive in una nota il Meetup 5 Stelle di Francofonte – che lamentano furti e talvolta anche rapine compiute da malfattori, ad oggi ignoti, sia di notte che di giorno. Questi reati stanno generando forte allarme sociale perché creano disagio nei cittadini colpiti nell’intimità della loro vita quotidiana e soprattutto tra i cittadini più anziani che diventano facile preda per i delinquenti, sia in casa che per strada”.
Un fenomeno, che oltre un centinaio di cittadini, attraverso una petizione, hanno già denunciato al sindaco Salvatore Palermo, al prefetto Armando Gradone e al questore Mario Caggegi, oltre che alla locale stazione dei Carabinieri di Piazza Garibaldi.
“La preoccupante crescita del fenomeno – continua ancora il Movimento 5 Stelle francofontese – che non risparmia neanche il materiale utile alla locale agricoltura (ad esempio, quello del circuito idrico per l’irrigazione) che sottratto, crea ingenti danni alla già precaria economia locale. Inoltre, si lamenta lo scarso controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine.
Tra l’altro – sottolineano i pentastellati di Francofonte – ci risulta che da diversi mesi il Silpol, il sindacato della Polizia Municipale, ha cercato il dialogo col sindaco e l’assessore Gallo, purtroppo senza nessun risultato, perchè costoro hanno alzato un muro di gomma, dimostrando di non avere nessun interesse per i problemi della sicurezza urbana”.
Un muro, dunque, nel dialogo tra amministratori pubblici e cittadini, quello che lamenta il Movimento 5 Stelle di Francofonte, che di certo non aiuta ad affrontare un problema, come quello della sicurezza, che presuppone innanzitutto la stretta collaborazione tra istituzioni e cittadini.
Cittadini che, da quanto emerge dalla nota e dalla richiesta avanzata dal M5S, non chiedono, come sarebbe facile in questo momento una “maggiore repressione”, “uno Stato di Polizia” che porterebbe allo scontro sociale e si dimostrerebbe insufficiente ed inutile di fronte ad un così dilagante problema di “disagio sociale” legato principalmente alla mancanza di lavoro e di reddito.
Ma piuttosto atti di “prevenzione”, e quindi personale e mezzi, ad iniziare dalla Polizia Municipale, affinchè possa operare educando al rispetto delle regole collettive, puntelli indispensabili per il vivere civile.
Nello stesso tempo, però, non eludendo il fenomeno in se, così come i problemi sociali che attanagliano molti cittadini e famiglie, il M5S chiede alle istituzioni, ed in particolare agli inquirenti, di valutare se la recrudescenza dei reati che sta mettendo a dura prova la “sicurezza cittadina”, sia legato ad organizzazioni criminali, o sia frutto di “disperazione individuale”. In quest’ultimo caso gli interventi prioritari, fermo restando il rispetto delle leggi, diventano di sostegno sociale.
“Occorre agire sulla prevenzione – conclude infatti il Meetup – onde evitare che Francofonte si trasformi in un luogo in cui vige la legge della giungla. Ma un Comune penalizzato dall’insufficienza di personale delle forze dell’ordine (pochi uomini e ancor meno mezzi) è chiaro che non riesce ad arginare il fenomeno sempre più in crescita.
Chiediamo quindi, l’invio stabile di Polizia e Carabinieri; che ci si doti di un sistema di videosorveglianza all’avanguardia; l’assunzione di nuove leve nella Polizia urbana e, soprattutto, che quest’ultima venga messa nelle condizioni di operare al meglio e in sicurezza, cominciando a fornirle la cosa più banale e, tuttavia, essenziale: la “Paletta”!!
Infine, alla luce delle dinamiche che stanno caratterizzando il fenomeno, ci domandiamo se gli inquirenti stiano valutando l’ipotesi investigativa che gli artefici possano far parte di un’organizzazione e quindi, si potrebbe configurare il reato di associazione a delinquere o al contrario, ci troviamo di fronte ad una situazione incontrollabile e frutto di una disperazione individuale che spinge a delinquere?”