Siracusa – Proclamazione dello stato di agitazione del personale con contratto a tempo determinato ed in a.s.u. presso tutti gli Enti utilizzatori della Sicilia, dai Comuni alle ex Province, alla Regione.
Così come nel resto dell’Isola, anche a Siracusa, la funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, si è ritrovata questa mattina, davanti alla Prefettura, per un sit in di protesta.
Il 2 dicembre di un anno le Funzioni Pubbliche delle tre organizzazioni sindacali si diedero appuntamento davanti alle 9 Prefetture siciliane, insieme a centinaia di lavoratori precari, invitando i Prefetti, attraverso la consegna di un documento, a rappresentare il grave stato di disagio e la forte preoccupazione per la tensione sociale che potrebbe determinarsi in conseguenza di un esito negativo della vertenza sulla stabilizzazione dei lavoratori precari.
A seguire, il 13 dicembre, sempre dello scorso anno, venne altresì proclamato uno sciopero generale con manifestazione davanti Palazzo d’Orleans alla quale presero parte migliaia di lavoratori precari degli Enti Locali e delle altre Amministrazioni pubbliche siciliane.
A quella mobilitazione promossa Cgil, Cisl, Uil, in assenza di risposte adeguate sia da Roma che da Palermo, seguì la promulgazione della legge regionale n. 5 del 28 gennaio 2014, che all’art. 30 prevede l’avvio di percorsi di stabilizzazione negli Enti, in armonia con le norme vigenti e la contestuale prosecuzione dei rapporti di lavoro fino al 31 dicembre 2016 nelle more della definizione dei processi.
Quella norma, che per la prima volta introduce il principio dell’elenco unico regionale dei lavoratori del bacino del precariato ed aggancia il fondo regionale agli squilibri di bilancio determinati dai processi di stabilizzazione, è stata, come ha ricordato il sindacato unitario, anche frutto di un serrato confronto fra Governo regionale e FP Cgil, Cisl FP, Uil Fpl, per sbloccare la situazione di stallo che si era determinata e che poteva portare ad esiti non più controllabili.
«A quasi un anno da quelle manifestazioni e dal varo di quelle norme, possiamo dire, senza temere di essere smentiti – affermano i vertici di Cgil, Cisl e Uil Sicilia – che tutti gli sforzi messi in campo per risolvere una questione sociale ormai più che ventennale rischiano di infrangersi sugli scogli dell’inerzia politica a tutti i livelli di governo, dimostrando una totale incapacità a gestire gli esiti di quel confronto. La Regione non ha messo su, così come fortemente richiesto a più riprese all’assessore alla Funzione Pubblica e alle Autonomie Locali, una cabina di regia che governasse i processi insieme agli attori interessati: i Dipartimenti Autonomie Locali e Lavoro, l’Economia, l’Anci e, non per ultime, le Organizzazioni sindacali. Anzi, la mancanza di coordinamento fra i diversi rami dell’amministrazione regionale deputati alla gestione di quanto previsto dalla legge, ha determinato una confusione generale nelle innumerevoli e parcellizzate interlocuzioni che i vari enti territoriali hanno avuto in questo anno trascorso, fino ad arrivare a stravolgere il senso stesso delle norme “informando” i richiedenti che i trasferimenti della Regione agli enti cesserebbero all’atto della stabilizzazione dei lavoratori!
Un’affermazione inaudita – continuano i responsabili del sindacato regionale -, soprattutto se si pensa che uno dei capisaldi delle richieste di parte sindacale avanzate è stata proprio la storicizzazione della spesa da parte della Regione nei confronti degli Enti; ed ancora più inaudita, se si riflette sul fatto che questa “interpretazione” della norma è un chiaro disincentivo per gli amministratori locali che, così, non avrebbero più alcun interesse a stabilizzare i lavoratori.
Il risultato è che nessun vero processo di stabilizzazione è stato avviato, se non in alcune sparute realtà in questo ultimo scorcio di anno; i contratti sono stati, quindi, prorogati solo fino al 31 dicembre 2014 e ci troviamo ancora una volta a dover rappresentare la gravità di una situazione che investe oltre ventimila lavoratori pubblici in Sicilia i quali, ormai, costituiscono uno degli assi portanti di molti servizi forniti dagli enti locali e da tutti gli altri enti utilizzatori».
Una piattaforma chiara quella messa da tempo sul tavolo da FP Cgil, Cisl FP, Uil FPL, per chiedere il rispetto degli impegni assunti lo scorso anno dal Governo regionale.
Questa mattina, pertanto, le delegazioni hanno rappresentato ancora una volta ai nove Prefetti dell’Isola la gravità della situazione che si può determinare se non si assumono subito decisioni fondamentali per il futuro di oltre ventimila lavoratori pubblici e del buon funzionamento delle pubbliche amministrazioni siciliane.
Dunque, una nuova mobilitazione dei lavoratori precari che, a sentire le Confederazioni sindacali, potrebbe portare allo sciopero generale.






