“Laudato si’… cum tucte le Tue creature”, la freschezza e l’attualità del Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi

San Francesco d'Assisi
San Francesco d’Assisi – Cantico delle Creature

Oggi 4 ottobre si celebra San Francesco d’Assisi, il “poverello” più amato, il Santo scelto a patrono d’Italia, il Santo della Chiesa “sobria”, povera, vicina agli ultimi, come ripete anche il papa che ha preso il suo nome, Francesco, anche se quel percorso appare ancora lungo e faticoso.

Tutti conoscono la storia di Francesco, quantomeno quella religiosa, quella che ci racconta di un  giovane benestante, di quelli che si direbbe hanno il superfluo, oggi si parlerebbe di vestiti griffati, auto veloci, le migliori tecnologie,  iphone e strumenti simili, viaggi e vacanza, insomma uno che non doveva certo faticare a pensare al domani, ma che ad un certo punto del suo percorso di vita si accorge dell’esistenza degli “ultimi”, dei diseredati, di quelli che la società mette ai margini, nelle periferie.

A loro cede tutto, dai beni materiali, affrontando l’ira del ricco padre mercante e le  critiche dei benpensanti dell’epoca, al suo tempo, al suo amore, alla sua opera di tutti i giorni.

Negli ultimi, così come nella natura, Francesco, da profondo credente, vedeva l’immensità, la grandezza, il grande amore e l’ineffabilità di Dio.

Un amore che trasferì in quella che viene considerata la più bella poesia che sia mai stata scritta, il “Cantico delle Creature”, il racconto della vita, il rapporto uomo–natura, e per i credenti il rapporto uomo-natura-Dio.

Non voglio entrare né tantomeno intraprendere un discorso teologico, o sul mistero del creato, Francesco non è amato solo dai credenti, per cui ne colgo la laicità e la sua profondità culturale, e lo ripropongo nella speranza, umile, che possa contribuire a togliere un po’ di crosta dalle sensibilità morte dei potenti che ancora giocano sui livelli delle emissioni o sulle vite delle persone, dei signori delle guerre, di chi produce strumenti di morte, chi inquina, chi discrimina, chi non accetta le persone in quanto tali, chi crea periferie, chi …

Cantico delle Creature

Altissimu, onnipotente, bon Signore,

Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.

Ad Te solo, Altissimo, se konfane,

et nullu homo ène dignu Te mentovare.

Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le Tue creature,

spetialmente messor lo frate Sole,

lo quale è iorno et allumini noi per lui.

Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:

de Te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora Luna e le stelle:

in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento

et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,

per lo quale a le Tue creature dài sustentamento.

Laudato si’, mi’ Signore, per sor’Acqua,

la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si’, mi’ Signore, per frate Focu,

per lo quale ennallumini la nocte:

ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra,

la quale ne sustenta et governa,

et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba.

Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore

et sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace,

ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra Morte corporale,

da la quale nullu homo vivente po’ skappare:

guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;

beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,

ka la morte secunda no ‘l farrà male.

Laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate

e serviateli cum grande humilitate.

 

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