
SIRACUSA – Il giudice del lavoro condanna l’ex provincia regionale, oggi Libero Consorzio dei Comuni, al pagamento delle spese incorse in giudizio, delle somme maturate dai dipendenti in forza alla Polizia provinciale con il profilo di Guardie Particolari Giurate.
A ricorrere al giudice sono stati i lavoratori con questo profilo professionale coadiuvati dal Silpol, il sindacato italiano lavoratori di polizia locale, costituitosi in giudizio nella persona del suo segretario nazionale, il francofontese Nello Russo, assistito dall’avvocato Pietro Sciortino di Catania.
L’ex Provincia, a seguito della sentenza (la n. 717/2015) dovrà corrispondere ai lavoratori della Polizia Provinciale le somme dovute a titolo di differenze retributive e maggiorazioni, interessi e rivalutazione monetaria, al consolidamento dell’orario di lavoro a 36 ore settimanali.
Tra i motivi del ricorso presentato dai dipendenti dell’ex Provincia, ex precari del bacino lsu siciliano, ed oggi in servizio a disposizione della Polizia Provinciale, vi era il mancato riconoscimento economico e giuridico dell’orario di lavoro aggiuntivo, prestato in svariate occasioni per motivi di servizio e per un periodo superiore a sei mesi, come previsto dal contratto nazionale di lavoro.
Non solo, ma un’altra delle motivazioni per cui il Silpol ha deciso, assieme ai lavoratori, di ricorrere al giudice del lavoro, riguarda la risoluzione unilaterale operata dal Libero Consorzio, tramite cui, violando l’articolo 6 del contratto nazionale di lavoro del comparto Autonomie Locali, veniva deliberatamente ridotto l’orario di lavoro ordinario di 36 ore settimanali, che in precedenza era stato attribuito alle Guardie giurate dipendenti della Polizia Provinciale aretusea, con la stipula dei contratti individuali di lavoro al momento della loro stabilizzazione nella dotazione organica dell’ente.
«La sentenza emessa dal Tribunale di Siracusa Sezione Lavoro – commenta il segretario nazionale del Silpol, Nello Russo – segue da poco quella emessa dal Tribunale di Messina per un caso analogo. È certamente un fatto di notevole portata, che segna un percorso di spiccata sensibilità dei giudici in tema di tutela del diritto al lavoro e di garanzia dei livelli occupazionali e salariali in un questo particolare momento storico, in cui la politica e la parte datoriale, enti pubblici e aziende private, agendo in una sorta di convezione congiunturale stanno infierendo durissimi colpi alla stabilità del lavoro ed ai livelli retributivi. Questo nel tentativo di ingabbiare la questione occupazionale in un mero processo di mercato, nel quale il rapporto tra il fattore umano, il disagio sociale e la crescita occupazionale rischia di subire una ampia dequalificazione e delegittimazione, per essere ridotto ad un vero e proprio valore di scambio di connotazione mercantile. L’intervento del Silpol – conclude Nello Russo – quindi, si è reso necessario, oltre che solidale, ed ha un significato importante in termini di partecipazione in un periodo in cui il quadro sindacale generale sembra sgretolarsi ed essere offuscato da una sensibile crisi identitaria, di credibilità e di rappresentatività».