PACHINO – Non possono mettere piede nel territorio del Comune di Pachino, il deputato regionale Pippo Gennuso e Walter Pennavaria, rispettivamente amministratore di fatto e amministratore legale del Consorzio Granelli, e Gennuso anche della Granelli Gestione Acquedotto srl.
I due sono accusati di truffa aggravata, adulterazione di sostanze alimentari e frode nell’esercizio del commercio, nell’ambito dell’inchiesta “Acque Salate”, disposta dalla Procura della Repubblica di Siracusa.
Ad eseguire le due misure cautelari di divieto di dimora sono stati gli agenti della Polizia e del Nictas presso la Procura aretusea.
Le indagini, scaturite dalle denunce di alcuni utenti, dirette dal sostituto procuratore Tommaso Pagano e coordinate dal procuratore capo Francesco Paolo Giordano, sono state affidate, infatti, alla Sezione di Polizia giudiziaria del Nictas, il Nucleo investigativo dell’Asp di Siracusa in servizio presso la Procura.
Dalla loro attività investigativa è emerso che le due società gestite dall’on. Gennuso e da Pennavaria, hanno distribuito agli abitanti delle contrade Granelli – Chiappa, e zone limitrofe, nel territorio di Pachino, acqua non idonea al consumo umano proveniente da un pozzo trivellato di contrada Chiappa, nonostante avessero promesso all’utenza, in occasione della stipula dei contratti di allaccio alla rete idrica, che l’acqua somministrata sarebbe stata potabile in quanto proveniente dal vicino acquedotto del Comune di Ispica.
A questa conclusione si è arrivati dopo una serie di sopralluoghi, perquisizioni e sequestri, acquisizioni di atti presso uffici pubblici, accertamenti presso istituti di credito, acquisizione di sommarie informazioni e intercettazioni telefoniche, avviati dopo la denuncia di alcuni utenti.
Quanto basta per formulare le accuse e permettere al Gip Andrea Migneco di accogliere le richieste di misure cautelari personali nei confronti del parlamentare regionale e di Walter Pennavaria, “in ragione dell’accertato pericolo di inquinamento probatorio, essendo stato riscontrato nel corso delle indagini che i due soggetti sono intervenuti in varie forme per alterare luoghi e documenti, nonché influenzare le testimonianze dei soggetti chiamati a rendere dichiarazioni alla polizia giudiziaria”.
Insomma, secondo gli inquirenti, Gennuso e Pennavaria avrebbero già tentato di “alterare luoghi e documenti” e “influenzare i testimoni”, da qui le misure cautelari, e lo stesso sequestro del pozzo e dell’impianto di distribuzione dell’acqua di contrada Chiappa, al fine di interrompere “la condotta criminosa e evitare così ulteriori rischi per la salute dei consumatori”.
L’on. Pippo Gennuso, come si ricorderà, rimasto fuori dall’Ars, dopo due legislature, per una manciata di voti nelle elezioni dell’ottobre 2012, è ritornato lo scorso anno ad occupare un posto nel parlamento siciliano, aderendo a “Gruppo Grande Sud – PID Cantiere Popolare verso Forza Italia“, a seguito della ripetizione, su suo ricorso, nei Comuni di Rosolini e Pachino. Il risultato gli permise di scalzare dal seggio l’altro parlamentare siracusano, Pippo Gianni.






