SIRACUSA – sarà presentato domani, martedì, alle ore 17:30, nell’Auditorium del Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa, il volume di Giuliano Volpe, “Patrimonio al futuro. Un manifesto per i beni culturali e il paesaggio”, edito da Electa Mondadori.
Giuliano Volpe è ordinario di Archeologia Cristiana e Medievale dell’Università di Foggia e magnifico rettore della stessa Università pugliese, nonché presidente del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici del Mibact dove, a fianco del ministro Dario Franceschini, ha collaborato all’elaborazione dei disegni di legge e alle iniziative prodotte negli ultimi due anni.
Nel solco delle riforme portate avanti da Franceschini, l’autore ricostruisce lo scenario attuale e propone quello futuro per il nostro patrimonio culturale e paesaggistico, all’interno di un dibattito piuttosto acceso sulle modalità di intervento e sul destino della nostra eredità culturale per le nuove generazioni.
Vengono affrontati i temi della gestione dei luoghi della cultura, della loro valorizzazione, della formazione degli operatori dei beni culturali e altro. Dalla Commissione Franceschini (1967) alle questioni più attuali (gli interventi al Colosseo), Volpe invita i lettori ad una riflessione che si liberi, come dice nella prefazione Dario Franceschini, di approcci dogmatici e ideologici ma che affronti il tema dei beni culturali con spirito di coesione e collaborazione in una auspicata “alleanza degli innovatori”.
L’incontro sarà aperto dai saluti del vice sindaco di Siracusa, Francesco Italia, di Gaetano Pennino, dirigente generale del Dipartimento Beni Culturali della Regione Siciliana, e di Gioconda Lamagna, direttrice del Museo Archeologico “Paolo Orsi“.
Introdurrà i lavori Mariarita Sgarlata, vice direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Catania, mentre il giornalista Mario Barresi dialogherà con il professore Volpe.
Al centro della presentazione il futuro dei beni culturali, in una nuova ottica di tutela non del proprio interesse privato, ma di quello della collettività, opponendosi al degrado e al saccheggio dei beni comuni. Accanto al recupero dell’idea del patrimonio culturale come bene comune, si parlerà delle azioni più concrete che in Italia, con Massimo Bray prima e Dario Franceschini dopo, hanno cominciato a dare i primi frutti con le riforme del sistema della gestione e promozione della nostra cultura.