
BELVEDERE – È rientrato dopo tre mesi lontano dai campi (che in realtà sono sei vista la lunga squalifica comminata lo scorso aprile) e ha realizzato il gol decisivo, al 92′, per la vittoria del Belvedere ad Aci Sant’Antonio.
Matteo Garofalo è rientrato “col botto” e da attaccante di razza qual è, ha subìto messo il timbro.
«Ci voleva proprio – afferma Garofalo – perché miglior debutto proprio non potevo immaginare. È dura stare lontano dal campo, vedere i tuoi compagni giocare e io invece potermi esprimere solo in allenamento».
Questo calvario è terminato domenica scorsa, per un successo che è valso il terzo posto del Belvedere proprio insieme con i cugini del Real Avola. Una posizione che in casa aretusea non avrebbero preventivato ad inizio campionato, ma, come si dice in questi casi, l’appetito vien mangiando.
«Prima pensiamo alla salvezza – aggiunge Garofalo, cresciuto nel Siracusa e lo scorso anno a Priolo – poi tutto il resto. Penso che con il gruppo di quest’anno potremo toglierci delle belle soddisfazioni, siamo molto integrati tant’è che un nuovo giocatore Angelo D’Agostino arrivato solo venerdì con noi, è subìto sceso in campo e ha fatto bene. Merito di tutti che si mettono a disposizione e del mister che conosce bene ognuno di noi. Per la retrocessione ai play out e per la squalifica. Anche se su questo aspetto ebbi molto da ridire perché non meritavo un lungo stop. Ci fu un battibecco con la terna arbitrale a fine partita, mi sarei aspettato qualche giornata ma non sei mesi. Non ho spinto o toccato nessuno e la sanzione è stata eccessiva».
Adesso è acqua passata. Garofalo è tornato protagonista col Belvedere per quella che lui stesso definisce una rivincita personale e una occasione per poter fare, a 23 anni, ancora bene nella sua carriera.