La Guardia di Finanza scova 7 impiegati “infedeli” al Comune di Pachino, timbravano e poi facevano perdere le loro tracce

Come si vede nelle immagini della GdF in alcuni casi lasciavano persino l'auto in mezzo alla strada, timbravano e andavano via
Come si vede nelle immagini della GdF in alcuni casi lasciavano persino l’auto in mezzo alla strada, timbravano e andavano via

PACHINO – Evidentemente le inchieste e le immagini diffuse in queste settimane su impiegati “assenteisti” che timbrano il cartellino e poi fanno perdere le proprie tracce, non hanno sfiorato i 7 impiegati dell’Ufficio Agricoltura, Sportello Unico Attività Produttive (Suap) del Comune di Pachino, beccati dalla Guardia di Finanza a tenere lo steso comportamento.

 L’operazione è il risultato di un’attività di indagine protrattasi per circa 20 giorni con l’ausilio di telecamere, collocate vicino agli strumenti per la rilevazione delle presenze per la timbratura dei cartelli, ed ha consentito di monitorare sia la rilevazione delle presenze del personale che i movimenti.

Oltre 439 ore di videoriprese hanno fatto emergere che 7 dipendenti su 12 si assentavano, arbitrariamente, dal posto di lavoro (1 dirigente e 6 dipendenti).

In totale oltre 100 ore di assenza che arrivano fino a 60 ore di presenza falsamente attestata dai 7 dipendenti con assenze fino all’82%.

pachino_assenteisti2Alcuni, come accertato dalla Fiamme Gialle della Tenenza di Noto, si assentavano per recarsi presso la propria abitazione, altri uscivano per fare shopping e passeggiate, taluni per fare commissioni personali anche fuori provincia, altri ancora per andare a caccia.

Le indagini, dirette dal procuratore capo di Siracusa,Francesco Paolo Giordano, coordinate dal sostituto procuratore Caterina Aloisi, ed eseguite come si è detto dalla Guardia di Finanza netina, hanno così permesso di fare luce su 7 dipendenti “infedeli”, accusati di truffa aggravata ai danni del Comune di Pachino.

I sette, oltre all’eventuale condanna per il reato commesso, potranno essere chiamati anche a risarcire il danno patrimoniale, pari al compenso corrisposto a titolo di retribuzione nei periodi per i quali sia accertata la mancata prestazione, nonché il danno all’immagine subita dall’amministrazione pubblica.

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