
E’ bastato l’intervento di Fausto Bertinotti, alla presentazione di un libro, per far scatenare un putiferio. “Il movimento operaio è morto, in Comunione e liberazione ho ritrovato un popolo”. L’ironia sui social è stata virale.
Ora, le dichiarazioni dell’ex segretario di Rifondazione Comunista, per intensità e contenuti, mi hanno fatto venire in mente due grandi leader comunisti del passato.
Antonio Gramsci, che nelle sue note provvisorie, negli anni trenta, sosteneva di trovare interessante l’esperienza fascista in relazione al corporativismo e all’intervento statale nell’economia. Certo non aveva ancora, una visione complessiva del fenomeno.
E poi Palmiro Togliatti, le cui posizioni, sin dai primi anni di vita repubblicana, entrano sempre più in contrasto con l’ideologia comunista.
Bene, se Mark Zuckerberg, fosse nato negli anni venti, e avesse inventato Facebook nel dopoguerra, la massa di cittadini “informati dalla rete”, come avrebbe reagito a queste esternazioni?
Oggi non può accadere che un leader di un qualsiasi partito, maggioranza o opposizione, possa uscire fuori dal seminato, con delle dichiarazioni oggettive e nell’interesse dell’intera nazione.
Per non fare la fine di Bertinotti, sono tutti inquadrati ed allineati alla massa di riferimento, l’interesse non è nazionale, ma “orticellare”.
I risultati si vedono.






