Oggi Giornata mondiale contro l’omofobia, nonostante le Unioni Civili siamo molto lontani dal garantire i diritti a tutti

contro_omofobiaUn piccolo passettino in avanti verso i diritti, non certo il salto che potesse avvicinarci ai Paesi più evoluti dal punto di vista della lotta all’omofobia e trans fobia, la garanzia degli stessi diritti di tutti anche ai cittadini omosessuali.

L’approvazione la settimana scorsa della legge sulle Unioni Civili, rappresenta, ma non solo per gli omosessuali, un piccolo passo in una strada ancora lunga verso i diritti garantiti dalla Costituzione, dove il concetto di “diversità” è abbondantemente superato, e i nostri padri costituzionalisti, da questo punto di vista, erano chiaramente avanti anni luce rispetto al gruppo dirigente di quest’ultimo mezzo secolo (art. 3Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana …).

Nella Giornata mondiale contro l’omofobia, che si celebra oggi, in ricordo di quel 17 maggio del 1990, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) eliminò l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, e l’Europa, nel 2007, fece propria questa ricorrenza con una risoluzione del Parlamento europeo, possiamo dire, senza pericolo di smentite, che molta strada ancora deve essere percorsa nella conquista dei diritti.

Quelli che ancora oggi, purtroppo, vengono negati agli omosessuali e a tutta la comunità Lgbt, da ampi strati di una società, politica compresa, che si basa su  linee guida fortemente radicate nel pregiudizio, determinando intolleranza e discriminazione.

Non solo, ma l’omofobia produce ancora morti, suicidi e violenza (104 episodi di omo-transfobia nel report stilato quest’ultimo anno da Arcigay) in questo Paese di dotti, medici e sapenti, oltre che di poeti, allenatori e naviganti.

Basta dare uno sguardo alle cronache dei giornali per  leggere di aggressioni che si verificano ai danni di omosessuali, per rendersi conto, in una evidenza allarmante, di come “la diversità” venga considerata peggio dei crimini più efferati. Non c’è aspetto della nostra società intrisa di “puritanesimo” a senso unico, che non ne sia coinvolto.

Un pedofilo magari passa nell’indifferenza, vedi ad esempio il dibattito silenzioso e a volte omertoso dentro la Chiesa cattolica sui preti pedofili, come riportato dai più autorevoli organi d’informazione a livello internazionale, al contrario di un omosessuale che, invece,  viene discriminato e diventa mostro: si pensa alla “teoria gender” inventata da una parte della Chiesa cattolica.

Sembra che questa società abbia bisogno di mostri per scaricare le proprie fobie e i propri stati depressivi su qualcun altro.

Le siracusane Agata Ruscica e Angela barbagallo, da 27 anni insieme
Le siracusane Agata Ruscica e Angela barbagallo, da 27 anni insieme

Il nostro Paese, nonostante i troppi reati ai danni degli omosessuali, va ricordato, non ha un legge apposita che riconosca e reprima questo tipo di reato. Il Parlamento su quest’altro passo avanti di civiltà non riesce a fare alcun movimento, preferendo uno stallo ormai incomprensibile, che continua a generare violenza.

Lo ha confermato anche oggi, in questa Giornata mondiale contro l’omofobia, anche il presidente della repubblica, Sergio Mattarella: «La non accettazione della diversità genera violenza. Tutte le unioni sono tutelate dalla Costituzione».

Parole chiare, quelle di Mattarella, che restano, ahimè, solo parole, e si perdono nel vento dell’indifferenza di una politica sempre più prigioniera delle proprie piccolezze e debolezze.

«La piena realizzazione di questa libertàha detto ancora Mattarellache deve appartenere a tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale delle persone è essenziale per la costruzione di un ordinamento che garantisca il pieno rispetto dei diritti fondamentali e costituisca un pilastro della convivenza civile, in applicazione del principio di uguaglianza sancito dall’articolo tre della Costituzione. Sulla capacità di respingere ogni forma di intolleranza si misura la maturità della nostra società. L’intolleranza affonda le sue radici nel pregiudizio e deve essere contrastata attraverso l’informazione, la conoscenza, il dialogo e il rispetto».

Già, nel respingere le intolleranze, si misura la nostra società. Peccato che non è stato ancora deciso qual della essere il metro: se le libertà di tutti o le libertà di pochi.

 

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