Il dibattito sul Referendum: latitante

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca (Pd), nel riquadro il vice presidente della Camera, Luigi Di Maio (M5S)
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca (Pd), nel riquadro il vice presidente della Camera, Luigi Di Maio (M5S)

Le due feste di partito, quella del Fatto Quotidiano alla Versialina e quelle dell’Unità in giro per l’Italia sono uno spaccato interessante della realtà politica italiana.

Poi c’è il “coast to coast del racchettamento”.

Bene, alla festa del Fatto, quando Fabrizio Barca, regolarmente invitato, ha manifestato la sua indecisione sul referendum. Si è innalzata una composta, ma univoca contestazione da parte del pubblico, come dire, qui è No.

Nell’altra festa, dove c’era tutto un altro belvedere, è accaduto che, un gruppo di persone, imbucate e non invitate, ha esposto volantini, bandiere e contestato il ministro Maria Elena Boschi, la riforma e tutta la deriva autoritaria. Ma li è Si.

Situazioni diverse, ma testimoniano un assenza di dialogo, una divisione per comparti stagni della politica e della società italiana.

Dove non succede mai nulla è nello spettacolo viaggiante del Dibba. L’arrivo del messia è già una festa. Nessuna contestazione, nessuna scorta e soprattutto nessun contenuto.

Eppure per agevolare il confronto la soluzione c’è.

Un dibattito pubblico tra il candidato in pectore a Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ed il governatore campano Vincenzo De Luca sul tema: “Il webmaster chi l’ha portato in politica?” .

Tutto questo per dire che, in assenza di dialogo non ci resta che buttarla nella nuova politica delle polemiche.

 

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