
Siracusa – Sta suscitando polemiche e dissensi, da parte del sindacato, la decisione del direttore generale dell’Asp di Siracusa, Salvatore Brugaletta, di dare incarico a due ex carabinieri di svolgere il compito di controllo interno della struttura.
«Il Direttore generale ritiri la delibera e chieda scusa ad operatori e utenti. La sanità ha bisogno di una svolta concreta; i manager sono stati chiamati a questo compito. Si assumano la responsabilità in prima persona».
Questo l’appello congiunto lanciato dal segretario generale della Cisl Ragusa Siracusa, Paolo Sanzaro, insieme al segretario territoriale con delega alla Sanità, Antonio Bruno, al segretario generale della Funzione Pubblica territoriale, Daniele Passanisi, e al segretario della Cisl Medici, Salvo Caruso, in merito al provvedimento assunto da Brugaletta.
«Il provvedimento in questione, così come contestato a Ragusa, – aggiungono i quattro segretari – crea una situazione anomala e preoccupante per la palese impreparazione dei due ex militari riguardo alle materie loro affidate. Avvalersi di figure appare più un tentativo di mascherare incapacità progettuali e mancanza di idee concrete per dare una svolta alle vicende della sanità con atti manageriali».
La Cisl non nasconde le proprie perplessità sull’affermata gratuità dell’incarico affidato ai due ex carabinieri che dovranno garantire il loro apporto in due province.
«Perché qualcuno dovrebbe lavorare a quei livelli, in due realtà diverse – chiedono Sanzaro, Bruno, Passanisi e Caruso –, seguendo atti delicatissimi a titolo gratuito? Questo doppio incarico presuppone spostamenti, supporti di personale, di attrezzature, di mezzi e di logistica. Impossibile negare, e lo si ammetta, una spesa per l’Azienda. Questo provvedimento, in uno a quello adottato anche a Ragusa, è preoccupante anche per gli utenti. La creazione di centri di potere non aiuta a risolvere i problemi di un settore importante per i cittadini. I manager della sanità devono misurarsi con la loro effettiva volontà e capacità di cambiare le cose. Da noi, ad esempio – continuano ancora i rappresentanti sindacali -, ci misuriamo con una serie di provvedimenti, non ultima la delibera da 650 milioni di euro per approvvigionamento di materiali e presidi per l’oculistica, che non incidono su un cambiamento reale della sanità locale. Ovvio che oltre a tutti gli strumenti che la Legge ci mette a disposizione come organizzazioni sindacali per contrastare questi atti – concludono i quattro segretari -, tuteleremo la collettività che come sindacati rappresentiamo, anche in sedi diverse. I direttori generali, ritirino le delibere e chiedano scusa ad operatori e utenza».