
FRANCOFONTE – Sono le 3 di notte, quando i bagliori delle fiamme di un incendio illuminano a giorno parte del centro abitato di Francofonte, città dall’economia agrumicola agonizzante, che negli ultimi trent’anni non si è sottratta al ruolo di piccolo crocevia della più vasta criminalità della zona (Lentini – Scordia – Catania), dalla quale ha “subito” influenze e, nello stesso tempo, “imparato” i cattivi rudimenti.
A bruciare non è il fantoccio di Re Burlone, visto il clima carnevalesco, o il solito cassonetto della spazzatura, ma la Citroen C3 di Nello Russo, segretario nazionale del Silpol, il sindacato dei lavoratori della polizia locale, dipendente del Comune di Francofonte (Vigile Urbano attualmente ai Servizi anagrafici), posteggiata davanti alla sua abitazione in pieno centro città, per fortuna solo annerita dalle fiamme.
A darne notizia su Facebook, postando anche il filmato dell’incendio dell’auto, è stato lo stesso Russo: “… a parlare e scrivere di sicurezza urbana ci rimetti l’automobile…la mia Citroen C3“.
Più a nord, nell’antico quartiere popolare di Gadera, in contemporanea, altri bagliori, un’altra auto in fiamme. Forse un diversivo per rallentare gli interventi dei Vigili del Fuoco. O forse no, magari saranno altre le motivazioni.
Ma ha un sapore “strano” la coincidenza con l’incendio, tra migliaia, proprio dell’auto di un esponente sindacale di primo piano che da anni parla di “sicurezza e di legalità” in una Francofonte dove le attività produttive sono sempre più deboli, e dove, invece, assume aspetti più che preoccupanti, oltrepassando abbondantemente il limite dell’allarme, il “disagio sociale”.
Un disagio che ha radici profonde nella grave crisi occupazionale e della principale economia della città, e che, purtroppo, si accresce con l’insufficienza e spesso poco efficaci interventi momentanei, senza un percorso che guardi ad una soluzione definitiva e duratura.
Un incendio, quello di questa notte ai danni di Nello Russo, che sa di intimidazione, nei confronti di chi ritiene che il ripristino della “legalità” sia l’unica strada percorribile per uscire dal tunnel e dal labirinto in cui la città si è imprigionata.
Basti pensare che solo lo scorso anno Francofonte ha subìto indisturbata il furto, per ben due volte, e con un sistema tanto teatrale quanto rumoroso, dei bancomat in due banche collocate nella stessa arteria centrale, e la preoccupante vandalizzazione della scuola media di via Europa (cosa non nuova quest’ultima), o un paio d’anni addietro l’incendio del Comando della Polizia Municipale.
Il tutto nel “silenzio” più assordante e nell’indifferenza generale, tantè che a tutt’oggi, pur nella consapevolezza di una carenza di risorse umane per il controllo del territorio (l’organico della Polizia Municipale si conta sulle dita di una mano, e quello della locale stazione dei Carabinieri si dimostra insufficiente), non è stato attivato nessun progetto di sostegno, quale potrebbe essere un uso intelligente delle tecnologie, come la videosorveglianza di qualità, che darebbe una mano ad arginare il fenomeno.
Un silenzio, che questa notte, sembra essersi rafforzato con il fumo nero ed acre dell’incendio dell’auto di Nello Russo, che ha avvolto ancora di più questa comunità che in passato ha dimostrato di saper reagire alle “imposizioni” del racket, alzando un muro con il coraggio di commercianti ed artigiani.
Quel muro, però, da tempo sembra ormai essersi indebolito, e la mancanza di difese, rappresentate dal “dialogo, dall’ascolto e dalla condivisione” tra le forze politiche, sociali, le varie realtà associative, ed i cittadini, per costruire e rafforzare un comune obiettivo, “il bene e la crescita della comunità” all’insegna di sani valori, sembra proprio che se lo stiano rosicchiando a tal punto da rischiare di farlo crollare del tutto.
E se crollano i punti fermi della legalità, Francofonte rischia di diventare terrà di nessuno, dove a segnare le regole saranno le cosche e il malaffare.
«La situazione della sicurezza pubblica a Francofonte – affermava nel settembre del 2015 Nello Russo, nella sua veste di segretario Silpol, intervenendo proprio sul nostro giornale – ha raggiunto un elevato livello di gravità, tale da compromettere la qualità della vita e della serena convivenza civile. Già da tempo la città si trova nella morsa di una microcriminalità impegnata nei furti d’auto, negli incendi dei cassonetti dei rifiuti urbani ed in generale negli atti di devastazione e di vandalismo, che ancora oggi si registrano per le vie della città. L’indolenza della politica e la scarsa attenzione prestata, fino ad oggi, dalle autorità dello Stato non aiutano di certo a contenere il fenomeno delinquenziale a Francofonte, città tanto martoriata dalla crisi economica, i cui riflessi sul piano sociale sono con forte evidenza devastanti».
Da allora ad oggi, ahimè, nulla è cambiato.
Intanto, sono tanti i messaggi, tra questi quello del sindaco Salvatore Palermo, di solidarietà e vicinanza arrivati da tutta Italia da parte di operatori della Polizia Locale, da amici, cittadini, forze politiche e sindacali, così come di condanna di un atto “vile”, che ha voluto colpire chi ha interesse a ripristinare un percorso di “legalità”, che crea anche “sicurezza”, nella propria città.
«Ringrazio sinceramente il sindaco Salvatore Palermo – ha commentato Russo – per le parole di vicinanza espresse a me ed alla mia famiglia, a seguito dell’atto vandalico compiuto dai “soliti ignoti” durante la notte. Al di là del fatto personale è necessario che la cittá, la sua parte operosa attiva e democratica, si stringa in una serrata solidarietà non solo di condanna dei fenomeni delinquenziali, ma anche di lotta e per dare sostegno alle locali forze di Polizia, Carabinieri e Polizia Municipale, impegnate strenuamente ogni giorno a difesa della sicurezza urbana, nonostante debbano misurarsi con le esigue dotazioni di uomini e mezzi. È necessario abbattere il muro dell’omertà e superare il limite dell’indifferenza, che purtroppo vincono ancora sul coraggio e sulla trasparenza dei cittadini volenterosi ed onesti. Lavorare tutti insieme, politica e cittadini, società civile e settori produttivi, nell’interesse pubblico del bene comune, attorno ad un progetto di riscatto e di rinascita di Francofonte».
Vicinanza e solidarietà a Nello Russo da parte mia e del giornale, anche in virtù di un legame forte di amicizia e di valori condivisi che ci vede legati dai tempi del liceo a Francofonte, e che si rafforza ancora di più oggi in presenza di un atto intimidatorio che non piegherà di certo l’impegno di Nello che, voglio ribadirlo, non va lasciato solo.