Questa politica non va, bisogna cambiarla … decida il popolo

Scontri alla Camera (foto d'archivio)
Scontri alla Camera (foto d’archivio)

Il mestiere della politica è il più difficile al mondo, nello spazio e nel tempo, questo bisogna riconoscerlo. In tutti i settori della vita umana, un mestiere, prima si impara e poi si vende, certo occorre fortuna, dedizione, capacità e così via.

Nelmestiere della politica” c’è una fase intermedia se vogliamo, tra impararlo e venderlo – dove per vendere si intende la soluzione dei problemi dei cittadini – che possiamo definire del potere, che catalizza tutta l’attività di questo mestiere.

In sostanza il politico, in prima istanza deve conquistare la leadership, tra i propri amici, poi all’interno della propria corrente, poi del proprio partito, poi della propria coalizione e infine nei confronti delle coalizioni avversarie.

Ed è in questa fase che dedica tutte le sue energie, tutto il suo tempo, e tutte le sue capacità, al punto che per la soluzione dei problemi non gli rimangono né energie, né tempo.

Si può pensare che una volta conquistato il potere può dedicarsi a vendere la sua arte, quindi a risolvere i problemi. No, perchè si ricomincia. Mantenere il potere è complicato, difficile, occorre tempo, strategie.

Di più, in questo contesto, la soluzione dei problemi non solo diventa secondaria, ma strumentale, in quanto le posizioni assunte non dipendono dal problema in quanto tale, ma dalla necessità che da esse si possa trarre un vantaggio, sempre nell’ottica del potere.

I nuovi”, che con cadenza decennale si propongono come tali, come i salvatori della patria, non tentano di cambiare il sistema, si adattano, millantano la propria superiorità, ma si comportano come gli altri.

Nella politica, quella importante, come tutte le arti, occorre la gavetta, occorre imparare dagli altri, occorre studiare, anche se certe caratteristiche devono essere innate, e non risiedono nella capacità di pensare alla soluzione dei problemi, bensì, come detto, a litigare, a saper litigare.

Il politico è ossessionato nel cercare le soluzioni per non perdere il proprio posto. Basta sfogliare i quotidiani per capire quanto ciò sia vero, maledettamente vero.

Queste modalità sono descritte con dovizie di particolari da quello scienziato di Niccolò Machiavelli, e sono la massima espressione della politica, che andavano bene, erano state costruite su misura per le dittature, per le tirannie, per le monarchie.

Oggi ci troviamo di fronte a sistemi politici diversi dal passato, in cui con forza è entrato un nuovo soggetto, il popolo.

Non possiamo adattare le regole dei sistemi politici del passato, in cui il popolo era escluso, con i sistemi attuali che non possono fare a meno del popolo.

I risultati sono questi. Confusione.

Un abito non è per tutte le stagioni, questa politica non va, bisogna cambiarla. Oppure cambiamo il sistema.

La scelta spetta al popolo.

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