Partite di calcio e partiti politici. Nessuna differenza…

San Siro
San Siro

Qualche giorno fa leggevo una delle “Bussole” di Ilvo Diamanti su Repubblica. Parlava di calcio. Il tifo per una squadra è al di sopra di ogni altra fede, religiosa, politica e via dicendo.

Infatti, oggi si cambia partito, come se fossero un paio di “mutande“, fede religiosa, come un paio di scarpe, squadra, mai nella vita. La sua bussola lo indirizzava agli interessi che guidano il mondo del calcio, la nostra aporia, verte su altro.

Le modalità con cui si diventa tifosi sono le medesime in politica e nel calcio, ma si tratta soltanto di un apparente sovrapposizione. Mia nonna dice “pattiti ri palluni e pattiti ri politica chiustu vana dari“, partite di calcio e partiti politici.

Da bambini scatta qualcosa, una giocata sublime, da manuale, di un Platini, di un Maradona, di un Totti o di un Del Piero, che ti rimane impressa nella mente e nel cuore per tutta la vita, pressoché la stessa cosa accade alle estremità della politica, a destra e a sinistra, nelle sue forme radicali.

Mentre in tutto quel variegato “mondo di valori” che si trova nel mezzo, e che in politica si chiama “centro elettorale“, esistono altre variabili, comuni alla stragrande maggioranza dei tifosi dei partiti politici, che incidono sulla scelta. Tipo un posto di lavoro, un favore, una convenienza, il rispetto di un amico.

In sostanza, dove la scelta nasce dal cuore, da un amore vero, con tutti i limiti di un amore a prima vista, è per sempre, per tutta la vita, mentre le scelte di interesse, come i matrimoni di interesse, durano il tempo delle convenienze, e nei casi in cui durano una vita, si caratterizzano per l’infelicità e l’instabilità.

Bene, il risultato delle scelte non cambia. Qualsiasi sia la motivazione per cui si tifa per una squadra o per un partito politico, l’unica cosa che conta è vincere, arrivare primi. Sia per gioire, ma anche per evitare lo sfottò degli avversari.

Però, il calcio, per noi tifosi, rimane un gioco, un passatempo domenicale, che si protrae fino alla partita successiva, la politica  invece non è un gioco. Una scelta politica ci cambia la vita.

Se siamo ridotti così, dipende proprio dal fatto che, noi tifosi, giochiamo le partite della politica come fossero partite di calcio, non riusciamo ad applaudire la giocata magistrale di un avversario, è più forte di noi, fingiamo di non vedere un fallo di mano di un nostro giocatore nella nostra aria, e vediamo, al contrario, i falli degli avversari, magari inesistenti,  e se ci danno il rigore, va tutto bene, altrimenti è colpa dell’arbitro.

Siamo accecati dal tifo, che è una malattia, che dobbiamo curare.

 

 

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