Fausto Raciti e Matteo Renzi: un plurale ed un singolare

Matteo Rnzi e Fausto Raciti
Matteo Renzi e Fausto Raciti

Questo Fausto Raciti, segretario del PD siciliano, non sarà un “Faraone“, ma è più “renziano” di Matteo Renzi.

Però, a quanto pare, conta quanto il due di coppe con la briscola a denari.

Bene, il Partito Democratico nella terra infuocata di Sicilia si prepara al vero “ribaltone“, battere gli avversari per 61 a zero. Per farlo sta utilizzando la stessa moneta che fu del centrodestra, anzi gli stessi uomini, accogliendo sul carro “tutto ed il contrario di tutto”. La regola è chiara, per vincere occorre togliere qualcosa agli altri, se poi, si intende fare il “capotto“, serve togliergli tutto.

Questa storia del “riciclaggio delle persone”, rigenerate invece che rottamate, stride con il “cambiamento“. Matteo Renzi ancora non riesce in quell’impresa di trasformare le parole in fatti, esprimendo la parte migliore del “ciarlatanismo”, meglio conosciuta come “annuncite”, al momento “aiuta” i trasformisti a trasformarsi.

Nella Leopolda siciliana la vera sostanza, e nel contempo novità, è Fausto Raciti, che si propone una di quelle imprese spesso cadute nel vuoto: intende costruire “un partito al plurale”, l’idea di un partito che discute, ma poi decide.

Il punto è nella sostanza.

Quellefacce da rottamare”, rappresentano il partito e le sue idee o servono soltanto per trainare il carro del cambiamento?

Fausto Raciti è stato chiaro, limpido, cristallino.

Matteo Renzi, anche… ma solo a parole.

Please follow and like us:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

RSS
Follow by Email
Linkedln
Share