Violenza alle donne e informazione, uno spot delle giornaliste siracusane per un uso corretto del linguaggio

spot_violen-donna-informSIRACUSA – Abbiamo già scritto di questa iniziativa delle giornaliste siracusane sull’uso del linguaggio nell’informazione, quando si parla di violenza alle donne, e non possiamo che condividere il loro allarme.

Una violenza che cresce, spesso all’interno delle stesse mura domestiche, nella stessa cerchia di conoscenza, nei luoghi di lavoro, a scuola, lo stesso quartiere.

Grande responsabilità di ciò che arriva alla gente, e soprattutto il linguaggio con il quale questi fatti vengono raccontati, o come viene descritta la vittima, naturalmente appartiene agli operatori dell’informazione, a tutti noi che facciamo questo mestiere di raccontare agli altri i fatti e le storie, ai giornali, alla televisione,  alla radio, ed oggi al web.

Di questo si è parlato ieri, sabato, nella sala Multimediale dell’Ex provincia in via Brenta a Siracusa, nel convegno con ospite d’onore la giornalista ed esperta in tematiche di genere, Irene Giacobbe. Appuntamento promosso dalla Rete Centri Antiviolenza di Raffaella Mauceri, al quale ha aderito anche l’Assostampa di Siracusa, il sindacato unitario dei giornalisti.

In quella occasione, un gruppo di giornaliste siracusane hanno presentato lo spot (clicca per vedere) che in occasione della Giornata della Donna hanno realizzato proprio per sensibilizzare gli organi di informazione all’uso di un linguaggio più “appropriato” nel raccontare i casi di violenza alle donne, che non diventi esso stesso “violenza”.

Quel che dicono i giornali incide, quel che dicono i tg incide..” è questo il tema che attraversa lo spot realizzato le giornaliste, su impulso delle colleghe di GiULiA (Giornaliste libere e autonome). Un lavoro, per sensibilizzare, come esse stesse ci ricordano, proprio a partire dai mezzi di informazione, “sulla necessità dell’uso di un linguaggio non colpevolizzante o giudicante nei confronti delle donne, nei casi di maltrattamenti, stupri o peggio ancora di femminicidio”.

Unaseconda violenza”, dicevamo, basta vedere i titoli dei giornali o i servizi video dei tg, quando si racconta dell’abbigliamento della vittima, della facile “socializzazione”,  o ancora, come sottolineano le colleghe siracusane, quando si mettono in evidenza il “raptus di follia” o la pochezza di un  “omicidio passionale” di vecchia memoria, lasciando sottintendere “colpevolmente non soltanto una implicita responsabilità della donna in quello che ha subito ma anche e soprattutto si minimizza la gravità dei crimini commessi, quasi a giustificare in qualche maniera il comportamento del maschio violento”.

Alla realizzazione del video, girato presso la Casa del Libro di Siracusa, hanno partecipato le giornaliste: Alessandra Privitera, Silvia Caruso, Carmen Argentino, Nadia Germano, Rosa Tomarchio, Sabina Zuccaro, Marilia Di Giovanni, Pia Parlato, Silvana Baracchi, Eleonora Zuppardi, Graziella Ambrogio, Maria Grazia Cavarra, Patrizia Tidona, Ilenia Paciello e Amelia Cartia(Ragusa). Un ringraziamento speciale lo hanno voluto attribuire alla fotografa Elojsa Burlò per l’enorme pazienza, l’ironia e la grande professionalità che ha regalato a tutte loro.

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