Il colore “politico” della bellezza

A. Cancellieri e M. E. Boschi
A. Cancellieri e M. E. Boschi

Quelzanzarone” che non è altro di Giuseppe Cruciani non perde occasione per lasciarsi ammirare. Mettiamola così, è un “advocatus diaboli, un avvocato del diavolo laico, che pensa le cose che dice e dice le cose che pensa. Non è da tutti, e non è soprattutto una qualità dello “scontatissimo” David Parenzo.

Qualche giorno fa ha ospitato nel suo programma l’ex ministra Annamaria Cancellieri. Si parlava di Giorgio Panariello, appellato “comico patetico“, capace, in quel di Sanremo, da un lato di esaltare la bellezza di Maria Elena Boschi e dall’altra di apostrofare la Cancellieri come la sosia di Vittorio Cecchi Gori. Il tutto per testimoniare i successi di Matteo Renzi e i fallimenti di Mario Monti.

Tralasciamo tutta quella parte dell’intervista nella quale, con la verve da giurista, esalta le qualità della donna, prescindono dalla bellezza e dall’età, e veniamo al nocciolo, al vero nervo scoperto dell’intera questione.

La Cancellieri in chiusura, nel finale, si è lanciata in un alcune affermazioni, di quelle che da sole valgono l’intero prezzo del biglietto.

Prima è scattato un pizzico di orgoglio femminile: “Potevano scegliere una mia foto migliore, li ero proprio brutta“.

E poi il finale, sublime e scoppiettante: “Da tutti quei comitati sulle donne non è venuto nulla. È una cosa che mi indigna“.

Sembra un niente questa frase, invece sprigiona tutto quel limite dell’ipocrisia italiana, quella per cui le donne vanno difese a convenienza, sulla base dell’appartenenza politica. Quindi, la Boschi è ministro perchè bella, alla pari delle ex ministre berlusconiane, mentre la Cancellieri… se la meritava proprio uno come Mario Monti.

Fin qui la questione politica, poi c’è l’altra, quella della comunicazione.

Questa non mi è chiara, non l’ho capita del tutto.

Allora, se una donna è un “tipo”, cioè bruttina, meglio non fiatare ed esaltarne altri pregi. Se è bella almeno lasciateci dire “minchia che bona la Boschi“.

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