
La sinistra italiana non perde nessuna delle occasioni possibili per determinare le condizioni delle sue sconfitte, e poi gridare al complotto degli avversari. In questo caso c’è qualcosa di diverso, si chiama Matteo Renzi, l’ex uomo nuovo della politica italiana.
La manifestazione organizzata dalla Fiom di Landini, non dice nulla di buono per il premier, il quale, pur mantenendo la spavalderia dei tempi migliori, dal lato sinistro perde pezzi importanti e dall’altro, a destra, continua a conquistare pezzi… di altra politica, con cui, a quanto pare, si trova a meraviglia.
L’operazione di Matteo Renzi è chiara. Ha fatto una scelta, è passato dalla “rottamazione” alla “cernita”. Il tentativo, in parte riuscito, è quello di “purificare” destra e sinistra, caricando sul suo carro tutto ed il contrario di tutto. Una scelta oculata. Una selezione del personale politico mirata in questa direzione.
Nulla di nuovo. Anzi qualcosa di vecchio, la Democrazia Cristiana, una balena bianca, un partito non più per lottare il comunismo, che non c’è, ma per mantenere il potere.
Un partito che incamera componenti da destra a sinistra, che considerano prioritario l’obbiettivo di Matteo Renzi, non quello di costruire un raggruppamento ancorato al centro politico, quanto un contenitore elettorale fissato alla poltrona.
L’impressione è questa.
Matteo Renzi, è passato da “Rottamatore” a “Cernitore”, ha scelto il consenso per fedeltà ed interessi, abbandonando la partecipazione ed il confronto.
Esiste ancora una speranza con la quale Matteo Renzi può legarsi al cambiamento, quella di nominare il popolo “cernitore”, con delega allo scarto dei semi peggiori.
Forse il popolo è pronto, basterebbe investirlo di una carica così importante.
il popolo è già investito del potere di cernita… in Italia da quasi 100 anni. Solo che quando (e se) si reca al seggio si fa prendere dalla paura del cambiamento e dimentica di avere questa forza…. o forse si riconosce e vorrebbe essere nei panni di uno dei ‘semi peggiori’….
Per me ha ragione il sig. Cece, bastano le parole di Paolo Borsellino: La Rivoluzione” si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano. Quella matita, più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello.