Antimafia, altre tre società sequestrate a Salvatore Vetrano

Sequestro del maggio 2013
Sequestro del maggio 2013

Palermo – Il centro operativo della Direzione investigativa antimafia di Palermo, ha eseguito oggi il sequestro di tre società controllate da Salvatore Vetrano, la “Mass di Mirolla Marco”, la ditta individuale “Vetrano Salvatore” e “Da Damiano srl”, tutte attive nel commercio di prodotti ittici surgelati.

In effetti, i sequestri erano già iniziati nel maggio del 2013 e avevano colpito il cospicuo patrimonio immobiliare, mobiliare e aziendale,  che ammontava in totale a 38 milioni, dell’imprenditore palermitano.

Secondo gli investigatori della Dia, Vetrano avrebbe stretti rapporti con elementi di spessore di Cosa nostra, quali Gianfranco Puccio e Giuseppe Salvatore Riina, il figlio del boss stragista Totò Riina, e, inoltre, sarebbe l’esponente di punta degli interessi mafiosi in questo settore del mercato dei surgelati ittici.

Nel corso delle indagini, gli investigatori della Dia palermitana hanno accertato che quelle tre società venivano utilizzate illecitamente per stornare gli affari delle aziende già precedentemente poste sotto sequestro e affidate momentaneamente alla gestione di amministratori giudiziari.

Inoltre, vari riscontri di tipo patrimoniale hanno consentito di attestare che Vetrano era intenzionato a riacquistare le società già sequestrate e stava già procedendo attraverso il reimpiego di alcuni dipendenti già occupati proprio in quelle società.

L’intento principale dell’imprenditore in odor di mafia pare fosse quello di rendere vane e inutili le azioni fatte da parte dello Stato che miravano al recupero di quelle attività commerciali.

Addirittura, l’agente di commercio di prodotti ittici Salvatore Vetrano, violando il codice antimafia, aveva già preso contatti direttamente con i potenziali acquirenti delle società sequestrate per cercare di riappropriarsene.

Il Tribunale di Palermo ha disposto il sequestro anche di queste tre aziende, del valore di circa tre milioni che, andando a sommarsi al patrimonio già precedentemente sequestrato a Vetrano, fanno arrivare a 41 milioni il valore dei beni sottratti all’imprenditore.

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