Iniziamo dall’inizio. In tutte le cose esiste un archè, quel principio per cui nulla nasce dal nulla. Il perchè dell’Italia che “crolla” ha una sua origine: le condizioni in cui versa la scuola.
Non solo quella di Ostuni, ma tutta la scuola cade a pezzi, nel senso reale e metaforico. La scuola è come un uragano, un maremoto. Se non funziona si porta con se, al macero, tutto il resto, … cose, persone ed animali.
Sembra strano, ma se la scuola ritorna ad essere “educazione alla legalità”, “trasmissione del sapere” su basi “meritocratiche”, non cadranno né ponti né intonaci, come una proporzione matematica.
Invece, oggi, la scuola è un mondo che naviga a vista in un mare di difficoltà oggettive, eppure tenta di scoprire l’America. Ma attraversare l’Oceano senza una “bussola” è missione per “Argonauti”.
Quel variegato “mondo della scuola”, anziché continuare a piangersi addosso – una pratica, tuttavia, non priva di fondamento – dovrebbe, anche, insieme ad ognuno di noi, cittadini, in forma singola o associata, farsi promotore di una profonda riflessione sulle vere difficoltà.
Basta con queste pseudo riforme degli ultimi decenni, che evidenziano in comune un unico denominatore: non centrano nulla con la scuola.
Solo i “Maestri della scuola” possono intestarsi una concreta e seria “battaglia per il sapere”, per riportare al centro della nostra vita l’istruzione. Consapevoli, tutti, che i “soldi” possono solo foggiare le condizioni del sapere, ma non essere condizione sine qua non. Altrimenti non è sapere. Non si può ridurre tutta la problematica della scuola, come se fosse quella di una comune azienda, c’è molto di più. C’è che da li nasce e dipende tutto il resto.
Ci occorre un filo come quello di Arianna per districarci verso l’uscita del nostro labirinto.
Il percorso per ridare alla scuola e a tutte le sue componenti il ruolo che gli è proprio, è irto di difficoltà, d’altronde se l’obbiettivo fosse a portata di mano e raggiungibile senza fatica, non sarebbe cosi nobile.
E se celata nella narrazione fantastica c’è l’autentica magia dell’uomo, allora ci aiuta quell’argonauta di Giasone, generale in capo, capace di superare, grazie alla “saggezza di Fineo” e “alla mano di Atena”, le maestose ed imponenti Simplegadi, per poi proseguire la spedizione nella conquista del Vello d’oro.
Il nostro Vello d’oro è quello di ridare dignità alla scuola.
Giasone e tutti gli Argonauti, forse spesero un “putiferio” di soldi per compiere la loro missione, ma senza la passione e quella necessità innata di diventare eroi, avrebbero conquistato al massimo un Vello di ferro.
Vivere la scuola con passione, come una leggenda, come una missione… Nella percezione comune la scuola è soltanto il mezzo per acquisire “un pezzo di carta”, ma è solo carta stracciata di ignoranza.