Due migranti arrivati con barconi protagonisti del campionato mondiale di Vela a Barcellona con equipaggio siracusano

equipaggio_ottovoloanteSIRACUSA – Elias e Muhamed, due migrati giunti sulle coste siciliane a bordo di barconi fatiscenti, dal 27 giugno al 4 luglio prossimi, parteciperanno, con l’imbarcazione “Ottovolante”, insieme ad un equipaggio di skipper siracusani, al Campionato Mondiale di Vela – ORC World Championship 2015 che si svolgerà a Barcellona.

Si tratta dell’appuntamento che annualmente mette a confronto i grandi nomi della vela internazionale, blasonati timonieri ed equipaggi provenienti da tutto il mondo, in un serrato programma di regate che si protrae per un’intera settimana. I due giovani sono stati selezionati tra gli ospiti della Comunità di Sant’Egidio di Catania.

Questo equipaggio speciale verrà presentato alla stampa venerdì alle ore 10,30 presso la sala “Archinede” del Comune di Siracusa che, insieme al Comune di Pozzallo, ha deciso di sostenere questa iniziativa. Sarà presente l’assessore regionale alle Infrastrutture  e ai Trasporti, Giovanni Pizzo.

All’incontro con i giornalisti parteciperanno, inoltre, il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, e l’assessore al Bilancio, Gianluca Scrofani, il sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna, il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Emiliano Abramo, la coordinatrice del progetto “Traversata”, Concetta Carbone.

Naturalmente presenti i protagonisti di questa Traversata: l’equipaggio, formato dal comandante Fabio Santoro, Maurizio Mancuso, Dario D’Asaro, Michele Gallo, Gaetano Gibilisco, Muhamed Sabaly, Elias Orjin, Moreno Boldini e Giuseppe Monaco. A bordo anche uno skipper donna, Angelica Gimondo.

Il Team Velico Ottovolante è nato nel 2005 dall’iniziativa di un gruppo di amici legati dalla passione per il mare e per lo sport.

«Negli ultimi mesi la nostra città ha accolto centinaia di migranti – dice il comandante di Ottovolante, Fabio Santoro –. L’idea che il mare, che per noi rappresenta un momento di svago, una passione, per tanti uomini e donne sia invece l’unica via per sfuggire a condizioni di vita drammatiche, rischiando il più delle volte la vita, ci ha spinti a partecipare ai mondiali insieme a chi, fino a questo momento, aveva considerato il mare un pericolo e gli uomini che guidano i barconi persone senza scrupoli».

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