C’è un video che circola in rete, molto “issimo” nel quale Sandra Lonardo, conosciuta al grande pubblico come Lady Mastella, si scaglia contro la “simpaticissima, carissima e presentabilissima” Rosy Bindi, colpevole di averla inserita nella “lista degli impresentabili”.
Ora, a parte la questione tutta “cattolicissima”, quando afferma che la presidente della Commissione Antimafia dovrà rispondere di fronte a Dio per questa lista, sulla quale conviene tacere, nel senso di stendere un velo pietoso, c’è un leitmotiv che accompagna l’intero video messaggio della Lonardo, che si può sintetizzare in queste parole pronunciate dalla stessa: “Mi ha fatto un danno pazzesco”.
Senza entrare nei danni individuali, c’è da dire che questa lista nei fatti non è servita a nulla, se non ad accendere il solito dibattito inconcludente che tende al presunto “raccattamento” di voti.
Molti degli impresentabili sono stati eletti, altri no, e questo prescinde dalla lista.
Parafrasando il mitico Fantozzi e la sua “corazzata Kotiomkin”, questa questione della lista degli impresentabili è “una cagata pazzesca”, sia per gli aspetti giuridici puntualmente motivati da Raffaele Cantone, che anche su questa rubrica sono stati evidenziati, ma soprattutto per l’inefficacia di simili iniziative.
Per esempio nella “sicilianissima” Agrigento, appena quattro mesi fa, causa le proteste al limite del linciaggio fisico per la “gettonopoli” i consiglieri comunali si dimisero. Si sono ricandidati e otto di loro sono stati rieletti.
Mica questi consiglieri si sono ripresentati a Milano o Roma, dove nessuno era a conoscenza della gettonopoli, ma nella stessa Agrigento, quindi al cospetto di elettori assolutamente informati del caso. Eppure ritornano in Consiglio.
Ora, a prescindere dalla questione specifica, nei vari Comuni italiani c’è gente che si candida alle elezioni con lo scopo ultimo di ottenere un trasferimento di lavoro, e viene eletta da amici e parenti per questo scopo.
Di cosa devono essere informati i cittadini e a cosa serve la lista degli impresentabili?
Esattamente a nulla!
Anzi, a discutere e ad aprire dibattiti che si spostano dal nocciolo della questione.
Siamo fuori strada se consideriamo questi elettori “scemi”. Il tentativo è quello di un tornaconto personale, che sia un posto di lavoro, un incarico, o un qualsiasi altro vantaggio di carattere individuale, spesso, è così, anche per chi vota i cosiddetti “presentabili”.
C’è bisogno di informazione non di liste, c’è bisogno di capire che la politica non è il soddisfacimento di bisogni individuali ma collettivi, c’è bisogno di cambiare le nostre abitudini e per farlo serve che ognuno di noi si appropri del suo diritto-dovere di essere cittadino della comunità.
La vera rivoluzione parte dalla società, la politica, questa politica, mira esclusivamente al potere, anche a sua insaputa.






