
La storia dell’umanità racconta che ad accompagnare l’uomo, sin dalla sua comparsa sulla terra, c’è la paura.
La paura del dolore, della morte, dell’incerto, del diverso, di un Dio, più in generale del “sublime”, qualcosa di superiore all’uomo che lo stimola a riflette su come reagire al suo dominio.
La prima risposta “umana”, istintiva è quella di combatterlo. Ma il sublime è imbattibile, rari casi e soltanto nella mitologia raccontano di eroi vittoriosi. Quindi l’uomo, dopo la sconfitta, decide di allearsi con queste “entità superiori”.
Pare cosa fatta il passaggio di Gonzalo Higuaín alla Juventus, il “colpo di mercato” del secolo, quasi 100 milioni di euro. Una somma spropositata anche per un eroe, manco fosse un dirigente o un giornalista della Rai.
Ora, è fuor di ogni dubbio, che la Juventus rappresenta, nell’immaginario collettivo, quel “sublime” del calcio italiano. La più forte, la “più vincente” squadra di calcio. Per alcuni aiutata dal “fato”, per altri ancora dal “baro”, poco importa. È esattamente come un Dio.
El Pipita ha provato a combatterla, era quasi riuscito nell’impresa di batterla. Ma contro un “Dio” è missione impossibile anche per gli eroi, per cui ha pensato di salire sul carro della forza, del potere e dei privilegi, stanco di lottare come un Don Chisciotte qualsiasi.
Questa è solo la tesi della storia, c’è anche l’antitesi e ci sarà una sintesi.
Ma una sola certezza. Assoluta.
La Juventus si candida a divinità suprema.
Se un eroe si allea con un Dio, a quest’ultimo non basta incutere paure sul nemico, esiste l’obbligo di primeggiare, di vincere su tutto e tutti, altrimenti sarà il principio della fine.
Quindi, non facciamo scherzi: “Vincere non è importante: è la sola cosa che conti”, Boniperti Giampiero, professione juventino.
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Brevi spunti di riflessione sull’attualità politica,