
SIRACUSA – Danneggiato il “magazzino del sale” nella Riserva Saline di Siracusa. È infatti crollata una parte della struttura a causa della forte mareggiata dei giorni scorsi. E così, quello che da anni denunciano le associazioni e tanti privati, ovvero, che il mare sta lentamente rosicchiando le fondazione del magazzino, si è avverato, nel più completo silenzio, come hanno potuto testimoniare oggi i colleghi di SiracusaOggi, dal cui sito traiamo le immagini che mostriamo, ritenendo doveroso denunciare la perdita di questo importante patrimonio collettivo.
Dopo anni di totale abbandono da parte dell’ex Provincia regionale di Siracusa, oggi Libero Consorzio, che l’ha in gestione da 30 anni, non sono bastate le denunce di questi ultimi anni, da parte delle associazioni e dei cittadini, per garantire e salvaguardare un bene che si trova nella Riserva assieme ad altre strutture, anch’esse in abbandono.
La Provincia in questi anni si è limitata a chiudere il passaggio per arrivare ai fabbricati ma nulla ha fatto per salvaguardarli dalle onde marine che piano piano hanno risucchiato tutto il basamento dove poggiava la parete che nei giorni scorsi è venuto giù. Oltre al danno la beffa, perché non solo un’area di Riserva è stata resa inaccessibile, ma è stata altresì “dimenticata” tanto da non proteggerla, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.

Oggi l’ex Provincia, come si sa, vive una profonda crisi d’identità, oltre che finanziaria, per la fallita rivoluzione crocettiana che tre anni addietro doveva cancellare questi enti intermedi, ma che invece li ha solo commissariati, tagliandogli i fondi ed i trasferimenti, così come fatto anche con i Comuni, tanto da rasentare l dissesto finanziario e non avere più le risorse neanche per pagare i dipendenti che da mesi aspettano gli stipendi.
Ma il problema della gestione Riserva, tutta, non solo le Saline ma anche il Ciane, e la tenuta delle strutture che vi si trovano all’interno, non è di oggi. Insomma, un bene paesaggistico e naturalistico apprezzato da visitatori e studiosi, che anziché essere valorizzato si lascia morire con un’agonia lenta, tra le erbacce e la furia delle mareggiate.
Altro che sviluppo sostenibile decantato nelle mille conferenze di questi ultimi anni, in virtù della vocazione turistica del territorio. E come sempre, non ne risponderà nessuno, chiusi nella solita politica siciliana dello “scarica barile” tra un ente e l’altro. In questo caso tra l’ex Provincia di via Roma, e l’Assessorato regionale Territorio e Ambiente.