
SIRACUSA – Si è aperta questa mattina a Siracusa, con oltre 600 persone registrate in quella che è stata la prima delle due giornate della Leopolda siracusana del PD renziano, “Spero 20’20”.
Parliamo di quella parte del Partito Democratico che a Siracusa, com’è noto, non partecipa agli organismi provinciali di partito, né tantomeno riconosce gli esiti del congresso che nel novembre 2013 portarono all’elezione a segretaria di Carmen Castelluccio, sostenuta dall’area Dem e dall’area riformista ex bersaniana.
E così, mentre si tenta (sinora a vuoto) di riportare alla pace e all’unità il PD nel siracusano che anche alle recenti amministrative di Augusta si è presentato spaccato, nella città di Archimede i renziani tengono la loro “Leopolda”, in attesa di tempi migliori.
Due giorni, sabato e domenica, nella sede dell’ex oleificio Spero, l’area per intenderci dove dovranno sorgere il porto turistico, strutture alberghiere e dell’accoglienza, quella delle polemiche per le nuove “cementificazioni”.
Una convention fortemente voluta dal sottosegretario all’Istruzione, il palermitano Davide Faraone, leader renziano in Sicilia, e dal sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, leader dei renziani aretusei.
E nello spirito democratico della Leopolda, questa mattina, il sottosegretario Faraone ha incontrato i rappresentanti dei sindacati provinciali della Scuola, da settimane ormai in agitazione contro la “Buona Scuola” di Matteo Renzi.
Gli argomenti naturalmente che sono stati posti all’attenzione dell’esponente del governo nazionale, sono stati quelli legati al rinnovo dei contratti di lavoro, fermi ormai da sette anni, le problematiche legate al futuro degli insegnanti di sostegno, con particolare riferimento alla scuola dell’infanzia, e il punto critico della riforma renziana, il ruolo dei precari.
Faraone, dal canto suo, ha ribadito che il nuovo disegno di legge sulla “Buona Scuola” si avvale del grande contributo dei sindacati, degli insegnanti e degli stessi genitori.
«Sono figlio di sindacalisti – ha detto Davide Faraone – quindi conosco benissimo il ruolo e l’importanza della concertazione con i sindacati, noi siamo disposti ad ascoltare tutti, ad andare anche negli istituti occupati, però devono essere chiari alcuni punti. Innanzitutto, che il Governo ascolta ma è lui che legifera e nessun altro, e che è necessario per un equo dialogo essere disposti ad ascoltare anche noi, senza polemiche sterili e strumentalizzazioni politiche. Abbiamo previsto 3 miliardi di euro per il personale, e ci stiamo adoperando per avviare un nuovo concorso. Siamo quindi sensibili all’aspetto occupazionale – ha dunque concluso Faraone –, ma è impensabile che il Governo stabilizzi 650 mila precari».
Il Governo, stando a quanto esposto dal sottosegretario all’Istruzione, starebbe invece lavorando per un massimo di 160 mila assunzioni, prevedendo in bilancio 3 miliardi di euro. Infine, l’esponente del partito Democratico si è dichiarato disponibile a venire nelle scuole, mettendo comunque le mani avanti e sottolineando la linea del Governo che è quella di “annullare le supplenze brevi, e subito dopo il concorso, anche quelle lunghe”.
Questa mattina ad aprire i lavori della Leopolda siracusana è stato il padrone di casa, il sindaco Giancarlo Garozzo, dando vita agli interventi di esperti, cittadini, professionisti, amministratori che hanno voluto dare il proprio contributo alla “Plenaria”.
«La scelta di questa location – ha rimarcato Giancarlo Garozzo -, chiusa da 60 anni, con un progetto di porto turistico chiuso nel cassetto da oltre 10 anni, rappresenta il senso del lavoro della mia amministrazione. Sono accusato di essere un sindaco “cementificatone”, ma se questo vuol dire nuovi sbocchi ricreativi e turistici, con posto barche, sbocchi occupazionali e sviluppo delle aree turistiche, allora si sono un “cementificatone”. Quest’evento è una risposta a tutti coloro che pensano che inviando denunce alla Procura bloccheranno il nostro lavoro, sbagliandosi alla grande. Da anni l’ufficio Gare ed Appalti a Siracusa era chiuso, noi l’abbiamo rimesso in gioco, per dare una rinnovata vitalità al territorio. Le gare e soprattutto, i progetti che ne derivano – ha concluso Garozzo- rappresentano economia, e chi non vuole questo per interessi personali, non ci fermerà. A Siracusa chi vuole novità e cambiamento viene massacrato, mentre noi con quest’evento vogliamo instaurare un confronto con la gente, perché da sola la politica non va da nessuna parte».
I renziani del PD rilanciano dunque la speranza alla luce dei piccolissimi dati sulla ripresa occupazionale nel Paese resi noti in questi giorni, lanciando “Spero 20’20” come “emblema della necessità che in Sicilia si deve cambiare la logica dello sviluppo delle risorse e non solo per pagare la spesa corrente”.
Difficile operazione, considerato che la Sicilia, oggi guidata da un governatore del PD, è sempre più lontana dal resto del Paese, in termini infrastrutturali ed economici (si pensi alla rete viaria e ferroviaria da terzo mondo, alle autostrade che crollano e a quelle che non vengono finite), o alle riforme bloccate che questa maggioranza non riesce a varare (basti pensare, come denuncia AnciSicilia, alla riforma delle Province, dell’acqua pubblica e dei rifiuti), o al tasso di disoccupazione giovanile ormai arrivato a livelli di dramma collettivo con oltre il 65% e quello generale che viaggia sul 35%.
Già, è proprio vero quello che ha affermato stamane a Siracusa il sottosegretario Faraone “in questo modo ci stiamo negando il presente, ma soprattutto ci stiamo negando il futuro”.
Solo che dovrebbe ricordarlo innanzitutto a Crocetta (in particolare per la gestione accentratrice dei fondi comunitari non spesi mentre l’isola muore), poi ai vertici del suo partito in Sicilia, e infine al suo segretario nazionale e presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, affinchè intervenga energicamente per dare uno scossone alla politica siciliana, quella che “non decide per non cambiare”.