
AUGUSTA – Da oggi la seconda città della provincia di Siracusa, il porto commerciale più importante del Mediterraneo in uno dei poli petrolchimici più importanti d’Europa, dove insiste il comando siciliano della Marina Militare, e con il più alto numero di approdi di migranti che arrivano dai porti libici, sarà guidata da un giovane sindaco donna del Movimento 5 Stelle, Cettina Di Pietro, 42 anni, avvocato penalista, mamma, e attivista pentastellata sin dal 2012.
Il risultato del ballottaggio che l’ha incoronata a primo cittadino e che l’ha vista contrapposta ad un altro giovane, Nicky Paci, ex assessore provinciale sostenuto da ben sei liste civiche, è andato certamente oltre ogni aspettativa, 75,06% (primo turno 30,93%), ben 13.496 augustani sui 18.289 che ieri ed oggi si sino recati alle urne, hanno votato per lei.
Il suo avversario si è fermato più o meno al risultato del primo turno 24,94% (primo turno 24,98%), raccogliendo 4.237 voti.
Insomma, non c’è stata storia, e il neo sindaco, seppur l’affluenza alle urne abbia fatto registrare un -11,27% rispetto al primo turno di due settimane addietro (primo turno 68,20% – 2° turno 56,92%), ha più che raddoppiato i consensi.
Si potrebbe pensare che, anche se non tutti i 5 candidati a sindaco (e le rispettive liste), che sono stati esclusi nel turno del 31 maggio e del 1 giugno, abbiano dato ufficialmente indicazione di voto per la candidata 5 Stelle, di fatto, su Cettina Di Pietro si è registrato un consenso concentrico.
Vorrà pur dire qualcosa, in una città che per due anni è stata super-commissariata dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazione mafiosa.
La maggioranza dei cittadini di Augusta non ha avuto esitazione ad intraprendere, con determinazione visti i risultati, la strada del “cambiamento”, premiando non certo la litigiosità e la frammentazione che in questi anni e in questi mesi ha caratterizzato i partiti tradizionali, in particolare il PD che la città governava prima del commissariamento con il sindaco Massimo Carrubba, piuttosto la politica che tutti i giorni è stata presente nel territorio e che si sono trovati accanto proprio nel momento più difficile della loro storia amministrativa.
Da domani, pertanto, il sindaco Cettina Di Pietro potrà contare su una maggioranza solida, di un unico colore, quello stellato, per affrontare i tanti problemi che in questi anni si sono accumulati ad Augusta, dalla crisi nell’area industriale, all’inquinamento, alle bonifiche, all’acqua, i rifiuti, e soprattutto il risanamento economico e la riduzione delle tasse.
Potrà fare da sola, certo, ma una città che deve rialzarsi ha bisogno dell’apporto di tutti e questo il primo cittadino appena eletto l’ha capito, aprendo subito al dialogo. D’altra parte, la politica del muro contro muro non pagherebbe, e a risentirne sarebbero proprio i cittadini che oggi con il 75% dei consensi hanno avuto fiducia, aprendo una nuova pagina, in questa giovane donna e nel suo programma.
Dunque, si chiude positivamente questa tornata elettorale per il Movimento 5 Stelle, dopo la “maturazione” e l’alleggerimento della “pressione” che subivano dai suoi fondatori, Grillo e Casaleggio.
Oltre ad Augusta, i pentastellati conquistano anche un’altra città centrale nello sviluppo e nella crescita industriale e commerciale della Sicilia, l’altro polo petrolchimico, Gela, con Domenico Messinese, che con il 64,58% ha battuto il sindaco uscente, il crocettiano Angelo Fasulo che si è fermato al 35,42%.
Un voto che suona come una totale bocciatura del governatore della Sicilia, Crocetta appunto, nella sua città, che ha guidato per lunghi anni da sindaco.
Così come il voto di queste amministrative ha senza dubbio bocciato il partito del governo nazionale e regionale, il PD, come dimostra il risultato di Enna, dove il leader maximo, Vladimiro Crisafulli (48,11%), segretario provinciale del Partito Democratico in quell’area, l’ex senatore che prima nel partito di Renzi nessuno voleva e che poi hanno sostenuto, l’uomo che dichiarava che avrebbe vinto “anche con i sorteggi”, ha dovuto lasciare il passo a Maurizio Antonello Di Pietro, a cui è bastato il 51,89% per soffiargli la poltrona di sindaco.
Città importanti, storiche roccaforti del PD e del centrosinistra in Italia, in questi ballottaggi di giugno, hanno cambiato casacca, ad iniziare da Venezia, Arezzo, Matera, Fermo e Nuoro.
Ma il dato su cui necessariamente bisogna riflettere è senza ombra di dubbio l’astensionismo. Il 50% degli italiani non riesce più a sentire alcuno stimolo dalla politica e rifiuta di esercitare il proprio diritto di democrazia. Questo il punto che la politica deve capire e dal quale deve ripartire e rinnovarsi, evitandoci quelle analisi finte del dopo voto dove tutti si dicono consapevoli di ciò. Non e così.
Questo lo scenario degli eletti al Consiglio comunale di Augusta e possibile composizione della Giunta.
Stando alle sue dichiarazioni prima del voto, il sindaco Cettina Di Pietro, dovrebbe confermare come primo atto la nomina dei sei assessori: Giuseppe Pisani, Giuseppe Schermi, Roberta Suppo, Nicolò Caramagno, Maria Francesca Giovanniello, Giuseppina Sirena.
In Consiglio saranno 18 i consiglieri M5S: Giuseppe Pisani, Sara Marturana, Marco Patti, Nilo Settipani, Pina Mauro, Marilena Russo, Uccio Blanco, Mauro Caruso, Letizia Ranno, Silvana Danieli, Roberta Suppo, Mary Giovanniello, Teo Paratore, Manuela Toriello, Luciana Fichera, Giacomo Casole, Vittorio Meli, Orazio Esposito.
Alcuni di questi andranno a comporre la Giunta per cui di fatto dovrebbero lasciare il posto ad altri loro candidati della lista.
All’opposizione andranno i restanti 12 consiglieri, che salvo cambiamenti dovuti a nuovi conteggi dovrebbero essere: Tu Territorio Unito 2 (Irene Sauro, Salvatore Aviello); Attivamente 2 (Biagio Tribulato, Angelo Pasqua); Con Totis 2 (Alfredo Beneventano Del Bosco, Francesco Lisitano); CambiAugusta 1 (Peppe Di Mare); Civico 89 1 (Enzo Canigiula); Noi 1 (Marco Niciforo); Nessun Dorma 1 (Alessandro Tripoli); Partito Democratico 1 (Giancarlo Triberio), Sicilia Democratica 1 (Salvatore Errante).






