Priolo, 19 indagati tra sindaco, amministratori, dirigenti e imprenditori per voto di scambio, truffa e abuso d’ufficio

Antonello Rizza
Antonello Rizza

PRIOLO – Ancora una saetta giudiziaria in un Comune della provincia di Siracusa. Questa volta è arrivata a Priolo, dove Squadra Mobile e Digos di Siracusa, hanno notificato ben 19 avvisi di conclusioni di indagini, emessi dalla Procura della Repubblica aretusea, all’indirizzo di amministratori, esponenti politici, dirigenti, consulenti, e imprenditori.

Un provvedimento che  vede imputato il sindaco Antonello Rizza, il presidente del Consiglio comunale Beniamino Scaringi, un ex assessore alle Politiche Sociali, cinque dirigenti del Comune, un consulente nominato dallo stesso Ente, un ex segretario comunale, 3 imprenditori, ed altre persone.

Insomma 19 avvisi di reato con accuse che vanno dalla concussione al voto elettorale di scambio (art. 96 T.U. Legge Elettorale), alla concussione elettorale, all’abuso d’ufficio, al  falso ideologico e materiale, alla truffa aggravata e persino alla violenza privata.

Sotto la lente di ingrandimento le elezioni regionali del 2012, le amministrative del 2013, per cui si ipotizza il voto di scambio, e la distrazione di fondi pubblici, almeno un milione e 800 mila euro, erogati in sussidi “una tantum” in cambio di voti.

L’indagine del Commissariato di Polizia di Priolo, coordinata dalla Procura della Repubblica di Siracusa,  prende il via nel settembre 2012, originata da  una concussione (richiesta di soldi ed assunzioni) commessa ai danni di un funzionario del Consorzio Universitario Megara-Ibleo.

Da li è venuto fuori tutto un sistema, come sottolineano investigatori ed inquirenti, fatto di “illeciti nella gestione degli appalti e un complesso sistema di scambio tra elargizioni di contributi sociali e promesse di assunzioni da un lato e richiesta del voto dall’altro”.

Dunque, voto di scambio, uso dei soldi pubblici per “comprare” voti, sono le accuse principali rivolte ad amministratori e politici. Le regionali del 2012 e le amministrative del 2013 sono lo scenario all’interno del quale si muovono gli attori.

Secondo la Procura aretusea in cambio di voti vennero stornati ingenti somme, distraendo fondi pubblici, compreso il fondo di riserva, destinando circa un milione e 800 mila euro a sussidi “una tantum” in cambio di voti. Non solo, sempre secondo le indagini della Polizia di Priolo, molte famiglie destinatarie dei sussidi non avrebbero avuto i requisiti per poterli ottenere.

Tra i reati contestati anche la truffa aggravata in  occasione del Carnevale 2013, quando i vertici politici del Comune di Priolo, inducendo in errore la Giunta municipale, procuravano agli organizzatori un ingiusto profitto a mezzo fatture gonfiate, per un ammontare di circa 20 mila euro.

Da ciò il coinvolgimento anche di imprenditori e di un consulente del Comune. Già tempo addietro il Comune di Priolo era finito in una inchiesta della Procura per l’elargizione di contributi e sussidi sociali a non aventi i requisiti e per cui era stato emesso un avviso di conclusione di indagini.

Adesso tutti dirannocose risapute”, “le voci giravano da tempo”, sta di fatto che l’inchiesta del Commissariato priolese e della Procura ha nuovamente messo alla luce (poco importa se le ipotesi accusatorie verranno confermate o meno) un sistema politico-amministrativo delle peggiori specie, che soprattutto la politica, sempre più sorda e distratta, non ha saputo o non ha voluto cambiare e rinnovare, lasciando che le voci diventassero atti processuali e ipotesi di reato.

Sempre e comunque ai danni dei cittadini, i cittadini onesti, che giorno dopo giorno compiono il proprio dovere, ad iniziare dal versare le tasse a Comuni che poi magari utilizzano le risorse nel modo che questa indagine ha riscontrato.

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