Fondi ai Comuni, l’on. Cirone Di Marco (Pd) solidarizza con il vicepresidente di Anci, Amenta, e preme sul governo regionale

L'on. Marika Cirone Di Marco e Paolo Amenta
L’on. Cirone Di Marco e Paolo Amenta

SIRACUSA – L’allarme lanciato nei giorni scorsi dal vice presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni, sulla disastrosa situazione finanziaria dei Comuni, privi di liquidità, e con essi anche il Terzo settore, imprese e fornitori, ormai al collasso, per i mancati trasferimenti finanziari, nonostante quasi alla fine dell’anno, da parte della Regione, viene raccolta dal deputato regionale del Pd, Marika Cirone Di Marco.

Su  360 milioni di euro relativi alla quota corrente, 115 milioni delle quota capitale, e 200 milioni del fondo di riequilibrio per il personale (per lo più per i contrattisti), denunciava Amenta, ad oggi i 390 Comuni siciliani hanno ricevuto solo 55 milioni della quota corrente e 80 milioni del fondo di riequilibrio, come dire nulla, avendo comunque garantito, indebitandosi, i servizi essenziali, ma impossibilitati a pagare fornitori e imprese sociali.

Non solo, ma Amenta denunciava altresì una “irregolarità” di non poco conto da parte di alcuni Comuni, proprio perché esasperati da questa mancanza di fondi, che sta prendendo corpo a danno delle imprese del Terzo settore: ovvero, l’utilizzo da parte di questi Enti per pagarsi i dipendenti, delle somme erogate da Prefetture e Ministero dell’Interno e invece destinate alle Comunità per minori non accompagnati e agli Sprar, per fare fronte alle spese sostenute (anche in questo caso indebitandosi) e rendicontate. Una lotta tra poveri, con i Comuni che privano il Terzo Settore dei fondi per fare fronte al pagamento dei propri dipendenti, che in molti casi aspettano da mesi.

Accanto a questo, metteva il dito nella piaga dei fondi europei e nelle difficoltà di poter effettuare la richiesta rendicontazione entro il 31 dicembre per non perderli e doverli restiuire. Per cui, secondo il vice presidente di AnciSicilia, il Governo regionale deve, al più presto, negoziare con l’UE uno slittamento delle procedure, se non vuole perdere, mettendo in ginocchio imprese, enti, territorio e azioni di sviluppo, anche questo milardo e 200 milioni di fondi.

Un quadro chiaro e doloroso del quale si è resa consapevole l’on. Marika Cirone Di Marco che, nel dichiarare di “solidarizzare convintamente” con Amenta, ne riprende le proposte per uscire da una situazione di paralisi e, nella totalità dei casi, di agonia, per incalzare il Governo regionale del quale fa parte.

«I ripetuti allarmi lanciati dall’Anci, e oggi anche dal Terzo Settore, sulla situazione dei bilanci dei Comuni siciliani in vista della chiusura dell’anno finanziarioafferma l’on. Cirone Di Marcodebbono essere inseriti con immediatezza nell’agenda del Governo regionale, se si vuole evitare la deflagrazione dell’intero sistema istituzionale e un danno di proporzioni inimmaginabili sulla collettività in termini di riduzione di servizi e di appesantimento delle condizioni economiche di cooperative sociali, imprese, fornitori. Con la stessa solerzia con cui si è provveduto a offrire soluzioni a situazioni emergenziali, come per ultima i forestali – continua ancora la deputata siracusana -, il Governo regionale deve adoperarsi per trasferire agli Enti Locali le risorse spettanti che ad oggi sono ferme a una quota della prima trimestralità, circa 135 milioni tra quota corrente e fondo personale a fronte di un complessivo di circa 675 milioni tra quota corrente, capitale, fondo di riequilibrio per il personale. Con altrettanta determinazione e urgenza, il Governo si adoperi per una deroga alla rendicontazione dei fondi europei, fissata al 31 dicembre, data che difficilmente potrà essere rispettata e che, se non rispettata, provocherà il rimborso della metà dei pagamenti effettuati. Solidarizzando convintamente con il vice presidente Amenta – conclude l’esponente regionale del Pd – per la giustezza dei rilievi posti, chiederò al presidente della Commissione Bilancio dell’Ars, di prossima elezione, di assumere un’iniziativa risolutiva».

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