NOTO – In merito alla recente decisione del Comune di Noto di stipulare un accordo con una scuola di falconeria per far volare sulla città alcuni falchi, che avranno il compito di allontanare i piccioni, interviene la Lipu, la lega per la protezione uccelli, con una nota a firma di Federico Militello, delegato della sezione di Siracusa.
«In natura – spiega Militello – predatore e preda, convivono sempre negli stessi ambienti ed è altamente improbabile che il sorvolo di un rapace possa far allontanare tutti piccioni presenti in quel luogo. Il falco pellegrino, specie molto abile nel predare altri uccelli, ha colonizzato 21 città italiane. A Torino nidifica sulla mole Antonelliana, a Firenze sul Duomo, a Roma nei palazzi dell’università, e di certo i piccioni non sono spariti dai rispettivi centri storici. Per quanto concerne l’uso di falchi da falconeria negli aeroporti, l’Enac, Ente nazionale per l’Aviazione civile, ha diramato una circolare (Apt-01A) nella quale è possibile leggere che: “…Si tratta di un sistema poco utilizzato, che presenta forti limiti, poiché un falco può cacciare soltanto per poche ore al giorno, non può essere utilizzato di notte e nelle giornate con vento e pioggia…” . Viene spontaneo chiedersi – continua il rappresentante della Lipu – se era necessario investire circa 20 mila euro su un’operazione di dubbia riuscita. Costi che, inevitabilmente, andranno a ricadere sulla cittadinanza netina. A quanto esposto sopra si aggiungono motivazioni di carattere etico, i rapaci sono animali dall’indole fiera e ridurli sul pugno di un falconiere, snatura il loro comportamento selvatico. Non possiamo dimenticare che, una parte della falconeria, oggi, presenta larghe zone d’ombra collegate al commercio e ai prelievi illegali in natura ed è indicata da Birdlife International, come una delle cause del decremento di molte popolazioni di uccelli rapaci. Ci limitiamo a citare i furti di Aquile del Bonelli registrati in questi anni in Sicilia. Inoltre, da un punto di vista normativo, la falconeria è equiparata a una pratica venatoria e non si può esercitare: in città, nei mesi in cui la caccia è chiusa e su specie non cacciabili come il colombo di città. Pertanto, vorremmo conoscere – chiede Militello a nome della Lipu – che tipo di autorizzazioni possiede il Comune di Noto, per aver potuto stipulare questo accordo con la Scuola internazionale di falconeria. Come associazione che opera sul territorio sentiamo il dovere di proporre delle alternative concrete all’utilizzo dei rapaci: la Lipu ha prodotto un documento tecnico-scientifico (aggiornato di recente) che affronta la problematica del “piccione di città” sotto molti punti di vista (ecologico, normativo, di convivenza) proponendo delle soluzioni che possono consentire a piccioni ed essere umani di convivere pacificamente. La Lipu – conclude Federico Militello – è disponibile a un incontro con il sindaco e a consegnare all’amministrazione il documento sopra citato sulla gestione del “piccione di città”».