SIRACUSA – Non c’è pace nel Pd di Siracusa, i fuochi nei vari “accampamenti”, o aree, da tempo sono rimasti accessi, e le truppe sempre pronte allo scontro.
I teatri di guerra sono tanti, dalle imminenti amministrative, il 6 giugno si vota a Ferla, Lentini, Noto, Sortino, e soprattutto in quest’ultimo Comune nel partito non c’è unanimità di vedute sui candidati a sindaco, insomma, si fronteggiano due gruppi.
Poi c’è la questione dei tesseramenti, da quello del sindaco di Carlentini, Pippo Basso, a quello della consigliera “monella e non allineata” del Vermexio, Simona Princiotta, che in molti preferirebbero fuori, tranne i riformisti, e per cui pendono ricorsi in Commissione Garanzia, dove però è stato deciso di rinviare ogni decisione a dopo le amministrative.
E a proposito del voto del 6 giugno, mentre il partito resta in silenzio sul voto al referendum del 17 aprile sulle trivellazioni a mare, tranne prese di posizione singole, la Direzione del Partito Democratico siracusano, nei giorni scorsi ha posto all’ordine del giorno le scelte che il partito dovrà assumere proprio in vista delle elezioni amministrative.
La Direzione provinciale, pertanto, si è espressa sulle scelte che nei Comuni chiamati al voto si faranno. E mentre è stato già tutto deciso per quanto riguarda Ferla, con la ricandidatura del sindaco uscente e vice segretario provinciale del partito, Michelangelo Giansiracusa, così come a Noto con il sostegno alla ricandidatura di Corrado Bonfanti, si resta in attesa del risultato delle primarie di Lentini, e del “buonsenso” che si avrà a Sortino nel non dividersi.
“In particolare, per il Comune di Ferla – si legge nella nota della Direzione provinciale del partito Democratico – , si condivide la proposta di confermare la candidatura del sindaco uscente, Michelangelo Giansiracusa; per il Comune di Noto si condivide la scelta del gruppo dirigente del Circolo di rinnovare la fiducia al sindaco Corrado Bonfanti, in continuità con l’impegno che il Pd ha profuso durante il suo mandato; per il Comune di Lentini ci si rimette alla decisione del Circolo che per la scelta del candidato a sindaco ha ritenuto idoneo e utile lo strumento delle primarie; per il Comune di Sortino si invita la segreteria provinciale a convocare le diverse sensibilità presenti nel Partito Democratico di Sortino per apprendere le relative posizioni e al fine di definire, se possibile, un percorso unitario per l’individuazione della candidatura a sindaco. La Direzione Provinciale impegna tutti i suoi componenti, gli organismi del partito nonché gli eletti e i militanti a sostenere i candidati scelti dal partito a livello locale“.
Poi il richiamo a tutti alla responsabilità: “Infine la Direzione Provinciale, prendendo atto della delicata fase data dall’approssimarsi delle elezioni amministrative, invita i suoi componenti, gli eletti, i dirigenti, i militanti e tutti gli organismi del partito ad assumere decisioni e atteggiamenti responsabili, limitando inoltre il confronto politico in seno agli organismi a ciò deputati“.
Come dire, basta lo scontro per qualsiasi cosa dalle pagine dei giornali e sul web, il confronto dovrà avvenire negli organismi di partito. Ma questa è un’altra storia, come dimostrano i reciproci attacchi tra i riformisti da una parte e le altre due aree (renziani e Area Dem) dall’altra, sul caso Princiotta e sul governo del Comune capoluogo.